Una settimana di relativa tranquillità, senza incombenze europee, per preparare al meglio il terzo impegno in campionato del Mancini-bis. Un punto nelle prime due uscite, magro bottino, eppure i segnali di svolta, almeno a livello mentale, per atteggiamento e spirito, sono evidenti. La rimonta nel derby, il tentato recupero dell'Olimpico, tutto porta a credere in una squadra nuovamente consapevole. Quel che manca è un pizzico di qualità, uomini performanti al credo del tecnico. Resta qualche situazione tattica discutibile, qualche posizione sospetta in campo, vedi gli esterni d'attacco, spesso messi a protezione della mediana, in ruoli non graditi. Un mese, ecco quanto manca ai ritocchi di gennaio.
Occorre ora cominciare a correre, per non perdere il treno di sinistra, quello che colloca nell'Europa che conta. Il primo rebus per Mancini si chiama Icardi. Mauro è ad oggi il giocatore con maggior appeal della rosa, insieme a Kovacic, e mal digerisce le scelte dell'allenatore. La panchina di Roma pesa e le offerte non mancano. Mancini non si volta ad osservare e sceglie i migliori. Osvaldo garantisce maggior corsa ed è senza dubbio il puntello più vivo del fronte offensivo. Palacio, per caratteristiche, capacità di unire i reparti, è imprescindibile. Resta quindi critica la posizione di Icardi, verso la gara con l'Udinese.
Sul fronte infortunati, Nagatomo recupera dal problema alla spalla, mentre resta ai box Hernanes, fondamentale nel progetto qualità del Mancio. In mezzo, Medel con Kuzmanovic e Guarin, probabile panchina per M'Vila. Kovacic alle spalle del duo d'attacco.
La retroguardia palesa problemi di concentrazione. Mancini, fin dall'approdo in nerazzurro, si è affidato a Ranocchia e Juan, ma con il passare dei giorni è emersa l'importanza di Vidic. Il serbo convive con problemi al ginocchio e anche domenica dovrebbe sedere al fianco del tecnico, in attesa di recuperare la miglior condizione.