Vietato distrarsi, c'è l'Europa. Roberto Mancini ricorda a tutti l'importanza dell'impegno infrasettimanale, snobbato, bistrattato, ma ancor più decisivo ora che significa possibile qualificazione alla prossima Champions. Il campionato è una tonnara in cui sguazzano in tanti, in cui serve rabbia, continuità, concretezza. L'Europa League è un altro terreno di caccia, vincerla significherebbe aggirare l'ostacolo Serie A, riproporsi da subito al tavolo dei grandi.
Il girone, con l'Inter al comando, propone il primo match point. Battere il Dnipro, per assicurarsi la prima piazza e con ogni probabilità un cammino meno impervio. Mancini, pronto ad osservare i suoi dalla tribuna, vista una squalifica ancora da scontare, mostra rispetto, per una competizione, in tempi di crisi, fondamentale per il calcio italiano "L'Europa League è snobbata, di solito, fino agli ottavi. In realtà è una competizione importante. Noi dobbiamo puntare alla Champions e possiamo farlo in due modi: o con il terzo posto o con la vittoria dell'Europa League. Quest'ultima è una buona possibilità".
"Dobbiamo vincere per chiudere il girone da primi. Il Dnipro è una squadra migliore fuori casa che in casa: fa un calcio aggressivo, ha giocatori tecnici e molto fisici, pericolosi sui calci piazzati e sui contropiedi. Non sarà così semplice, avremo bisogno di fare una buona partita per batterli".
Rispetto al primo undici di Mancini, proposto nel derby, con il Dnipro inevitabile qualche cambiamento. Si parte dal rilancio di Vidic "I giocatori che vengono dal campionato inglese possono avere qualche difficoltà; la settimana scorsa Vidic non si è allenato per due giorni perché non al meglio, ma ci darà sicuramente una mano", e dal possibile utilizzo di giovani come Bonazzoli "Si sta allenando con noi e ha qualità importanti".
Thohir e Mancini, a colloquio, inevitabile correre con la mente a gennaio "Abbiamo parlato di tutto, faremo le dovute valutazioni". Ora c'è l'Europa.