La Roma travolta dal Bayern, la Juve vittima dell'inferno del Pireo, l'Inter sommersa dai fischi di San Siro, il Napoli battuto dallo Young Boys, le cartoline provenienti dall'Europa non lasciano tranquilli. Conviene rituffarsi nella più accomodante Serie A per ritrovare automatismi e certezze, per sentirsi nuovamente forti, grandi. Le big di casa nostra convivono con problemi strutturali, di mentalità, di liquidità, evidenti quando l'asticella si alza e al varco si presentano i colossi del Vecchio Continente. Discorso diverso se il tavolo da gioco è un campionato che guarda ormai da lontano Inghilterra, Germania, Spagna. Qui, tra le mura amiche, Juve e Roma appaiono corazzate senza macchia. Riparte da loro la lotta per il titolo, con i bianconeri, reduci dal pari con il Sassuolo, chiamati a difendere un punticino di vantaggio. Allegri torna allo Stadium per la gara con il Palermo, in programma domenica alle 15, interrogandosi sulla condizione di Pirlo e Vidal. Infortuni e scarsa preparazione, questo il tallone d'Achille delle colonne portanti di casa Juve. Marchisio scalpita, Pereyra ha corsa e qualità. Alla Signora serve nuova linfa, aldilà di nomi e storia. Prima di Allegri, ecco Garcia. La Roma non può alzare il piede dall'acceleratore, perché l'esame del sabato nasconde insidie. A Genova, sabato alle 20.45, i giallorossi fanno visita alla Samp di Mihajlovic. L'1-7 con il Bayern non può non aver lasciato strascichi emotivi. Due le vie: immediato riscatto o pericoloso contraccolpo.
La giornata si apre straordinariamente alle ore 15 del sabato. Di fronte Empoli e Cagliari. Due squadre divertenti, ma diverse. Sarri presenta un Empoli compatto, vivo, attento. Zeman non rinuncia invece al suo credo. Calcio divertente, ma talvolta sconsiderato. La classifica dei sardi è deficitaria e una vittoria garantirebbe momenti di maggior tranquillità. Alle 18 altra sfida salvezza. Al Tardini il Parma, travolto dall'esclusione europea, da un mercato al ribasso e da una serie sfortunata di coincidenze, affronta il Sassuolo in una sorta di dentro-fuori. In sette giornate solo tre punti per i ducali. Uno in più per il Sassuolo di Di Francesco. Senza Floro Flores, confermato il tridente con Zaza - Berardi - Sansone.
Solo due partite domenica alle 15, oltre al già citato confonto tra Juventus e Palermo. Gasperini, contestato, punta a ritrovare l'intera posta a Verona, ma il Chievo, non più di Corini, vuol regalare a Maran un esordio coi fiocchi. Partita senza favoriti, giocata sul filo della tensione. A completare il quadro l'Udinese di Stramaccioni che al Friuli attende l'Atalanta. I friulani, dopo lo stop con il Torino, cercano il veloce riscatto.
Il piatto forte alle ore 18. L'Inter, a Cesena, deve sconfiggere la negatività che serpeggia nell'ambiente nerazzurro. La vittoria manca da tempo immemore - un sol punto raccolto nelle ultime tre uscite in Serie A, uno scialbo pareggio in Europa League - e il pubblico ribolle. Ad aggravare la situazione lo strappo della famiglia Moratti. L'Inter perde la sua identità e si affida, definitivamente, alla ricostruzione di stampo indonesiano. Dai problemi societari a quelli di campo. Mazzarri ha un solo esterno a disposizione, Dodò, mentre sull'out di destra è ballottagio Obi - Mbaye. Palacio - Icardi davanti. Il Napoli non passa momenti migliori. L'assalto dei tifosi nel post partita con lo Young Boys testimonia un malessere diffuso. Benitez prova a far quadrato con il gruppo, ma qualcosa, rispetto alla scorsa stagione, si è rotto. Al San Paolo giunge il Verona di Mandorlini. Chiude la lanciatissima Lazio di Pioli. I biancocelesti, dopo un pessimo avvio, navigano a vele spiegate, e sognano la ricca Europa. Il Torino, reduce dalle fatiche del giovedì, prova a strozzare l'urlo di gioia di Lotito.
In serata Milan - Fiorentina. Il diavolo, rivitalizzato da Inzaghi, punta al colpaccio. Con l'intoccabile Honda, conferma per El Shaarawy e probabile spazio per Torres. Lo spagnolo si gioca un posto con Menez. Possibile staffetta visto l'imminente turno infrasettimanale. Montella torna alla formazione tipo dopo il turnover di Coppa, con la viola alla disperata ricerca di continuità.