Un malato, il calcio italiano, e una possibile cura, la globalizzazione. Erick Thohir, in un'intervista alla CNN, lancia un grido d'allarme sullo stato attuale del pallone in Italia. Il calcio del bel paese ha perso l'appeal degli anni 90 e via via sta subendo il ritorno di altre potenze d'Europa. Non solo Inghilterra, Spagna e Germania, ma anche realtà notoriamente minori come il Portogallo insidiano da vicino il bel paese. La risposta, l'unica possibile, è l'apertura a investimenti esteri. Dopo Pallotta e Thohir, ecco Tacopina, nuovo numero uno del Bologna. Solo in questo modo il calcio può ritrovare linfa vitale, competitività. 

"Una volta la serie A era il campionato numero uno, adesso forse è il quarto, dobbiamo fare qualcosa. Io ricordo ancora i giocatori che erano in serie A negli anni Novanta ma i miei figli, che hanno 15 anni, non conoscono alcun giocatore del campionato italiano. Il mondo sta cambiando. Tutte le componenti del calcio italiano, la Federazione, i club, le leghe, devono aprirsi maggiormente alla globalizzazione. La Serie A deve modernizzarsi, fare molte cose: le faremo insieme, così la Serie A può tornare numero uno. Giocare anche il sabato pomeriggio alle 3 può aiutare per esempio. Va bene per il mercato asiatico per ovvie questioni di fuso orario. Guardate alla Mls, gli investitori stranieri sono numerosi perché le strutture e le varie industrie sono più trasparenti e tutto ciò è molto più sicuro per coloro che vorrebbero investire, che sanno ancor prima cosa troveranno andando allo stadio. In serie A, invece, non è la stessa cosa e ora è diventata una sfida per tutti nel diventare più trasparenti, più aperti".

Trasparenza, concetto chiave. Imprescindibile evitare nuovi scandali. Calciopoli ha tagliate le gambe alla crescita e ancora oggi quel ciclone lascia strascichi pesanti. "Ho detto a molti miei omologhi nel calcio italiano che se dovesse succedere un'altra Calciopoli il calcio italiano morirà. Non saremmo più secondi o terzi ma forse noni...".

La chiusura per la Champions League. Una Coppa ancor più aperta. Il magnate indonesiano ipotizza una competizione che raccolga i maggiori club europei, a prescindere dalla posizione raggiunta in campionato. Più posti quindi per paesi come Italia, Spagna, Inghilterra "Arrivare in Champions per i club di paesi come Italia, Inghilterra, Francia, Spagna è molto importante, dà loro una visibilità ancora maggiore. Allo stesso tempo, bisogna rispettare paesi come Ucraina, Azerbaijan e altri perché competono in Europa. L'Europa League sta aumentando il numero di paesi partecipanti alle competizioni. Perché la Champions League non può aumentare i propri partecipanti? I fan nel mondo vorrebbero vedere le grandi squadre giocare in Champions e questo crea attesa e richiesta"