"Una seconda chance", Thohir si schiera al fianco di Mazzarri, appoggiando il gruppo che apertamente si pone a difesa del tecnico. Il doppio K.O. con Cagliari e Fiorentina ha scosso l'ambiente, ma non è ancora il tempo dei cambiamenti. La sosta per le Nazionali giunge a puntino per riordinare le idee e raccogliere i cocci. L'obiettivo primario è ritrovare una compattezza mentale distrutta dalle ultime uscite. Mazzarri per la prima volta si è assunto le colpe della disfatta e l'operato del tecnico non è a dire il vero esente da errori. L'impronta caratteriale della squadra è sbiadita. Basta un evento, anche fortuito, per far crollare certezze apparenti.
Se ad inizio stagione la solidità difensiva era parsa inattaccabile, con l'avvento di Vidic e il salto di qualità di Ranocchia, oggi è proprio la retroguardia a stupire, in negativo. Sette gol in due partite, troppo per puntare al terzo posto che significa Champions League. Resta un rebus anche la fase offensiva. Mazzarri non può prescindere da due punte vere per garantire alla monovra sbocchi importanti, ma la presenza contemporanea di Osvaldo e Icardi indebolisce la mediana. Ecco perché la pausa è manna dal cielo per Palacio. L'argentino è l'unico nel reparto d'attacco a poter completare il doppio lavoro di collante e uomo d'area. La caviglia ha finora bloccato Rodrigo, ma la forma migliore è alle porte. Nella testa di Mazzarri, Palacio è il perfetto completamento di Icardi.
Capitolo mediana. Il punto interrogativo è Hernanes. Giunto a gennaio, lo scorso anno, come primo fiore all'occhiello della nuova Inter di Thohir, si è improvvisamente involuto. Lento, prevedibile, giù di tono. Mazzarri spesso ha rinunciato al brasiliano, che risulta però fondamentale se l'obiettivo è la qualità del gioco. La nota lieta è Guarin. Da possibile partente a uomo imprescindibile. Il colombiano garantisce la scossa emotiva che manca a questo gruppo.
Da risolvere anche l'enigma esterni. Quattro per due posti, nessuno in grado di chiudere la porta del dubbio. Dodò, partito fortissimo, è apparso in calo nelle ultime uscite, Jonathan è alle prese con problemi fisici, Nagatomo non convince (episodio di Bergamo a parte). Il più continuo risulta essere D'Ambrosio, maestro di Coppa, ora chiamato alla conferma in campionato.
Resistere, questo l'input di Thohir. Almeno fino a gennaio, il mese di riparazione. Lì il magnate indonesiano si affiderà ancora al mercato. Non acquisti folli, ma colpi mirati. A centrocampo circola il nome di Baselli, davanti resta viva l'ipotesi Borini. Ipotesi appunto, perché ora serve far gruppo, riaccendere la fiammella dell'orgoglio, riacciuffare il treno di testa, per non passare dal rinnovamento al fallimento.