Quando hai vent'anni e qualità fuori dal comune il mondo sembra sempre troppo piccolo. Stephan El Shaarawy ha conosciuto la ribalta presto. Giunto al Milan, si è preso, di forza, la scena. Corsa, umiltà, gol. Due anni fa, sembra una vita. 37 presenze, 16 reti, un costante riferimento nell'inseguimento alla Champions. Nel modulo di Allegri largo in fascia per sfruttare la straordinaria capacità di saltare l'uomo e creare superiorità numerica.
Il futuro radioso si spegne però con la stessa rapidità. La luce da accecante diventa intermittente e una voragine accoglie il ragazzo d'oro. Il Faraone si siede, costretto a un continuo pellegrinaggio in infermeria. Non gioca mai, saltuariamente vede il campo. Solo 6 volte nella scorsa stagione. Il ritorno di Kakà chiude la porta, la condizione fisica fa il resto.
Oggi la storia ricomincia, con entusiasmo e passione. Quella passione mai sopita per il calcio. El Shaarawy riparte e chi lo ha visto da vicino, i compagni in primis, si stropiccia gli occhi. Tornato grande Stephan, all'inferno e ritorno. Inzaghi, per certi versi simile a lui, lo coccola, puntando, nel mercato del risparmio, sui talenti in organico, su campioncini da rimettere sulla retta via. La fame di Pippo e la voglia di rivincita di El Sha. Binomio perfetto per il Milan in cerca d'identità.
"Nonostante sia stato fermo a lungo, sento stima e fiducia nei miei confronti. Alla pressione replico ponendomi l'obiettivo di tornare importante per il Milan e riprendermi la Nazionale, a prescindere da chi sarà il C.T. Ricominciare a giocare a pallone da protagonista è il desiderio più grande che ho mai avuto in vita mia. Il piede non mi da più problemi, ho una voglia enorme di riscatto e rivincita".
Il rapporto con il nuovo allenatore "Inzaghi ha uno spirito di sacrificio incredibile e ce lo sta trasmettendo. La sua voglia e il suo carisma ci aiutano molto. In queste prime settimane ci sta chiedendo più l'atteggiamento della tattica. Trasmette un entusiasmo incredibile. Mi ha chiesto di curare i dettagli fuori dal campo".
Il Milan riparte, come El Shaarawy, lontano dall'Europa. Obiettivo primario ritrovare la Champions, habitat naturale del diavolo "L'obiettivo non può che essere tornare in Champions, quindi arrivare tra le prime tre. Questo gruppo se lo merita e negli occhi dei compagni vedo la determinazione giusta. Il segreto di tutto è una squadra unita".
Un'esperienza negativa per crescere "Ho dentro tantissima voglia. Sto cercando la condizione ottimale, stare fuori a lungo alla mia età non è facile. Sono maturato. Le esperienze, belle o brutte, ti fanno crescere. Ne esco più forte nella testa e convinto di voler dimostrare tutto il mio lavoro".