Caro 2014 ti scrivo, così mi distraggo un po', sai il 2013 sarebbe da dimenticare in fretta, oppure da ricordare così da non ripeterlo più. Nessun titolo, e già questo è sufficiente per giudicare fallimentare una stagione in casa Milan. Ma ciò che preoccupa maggiormente, sono le prospettive, il progetto, la confusione.
' Obiettivo terzo posto, Milan mio non ti riconosco', tuonavano i tifosi ad agosto, preoccupati dall'eccessivo low profile della società ad inizio stagione. Arrivarono poi Matri e Kaká, per un Milan apparentemente da scudetto. Siamo al 31.12, sono passate 17 giornate ed i rossoneri navigano a -27 dalla capolista Juventus, in 13 esima posizione. Difficile non pensare ad un flop, anche se in queste situazioni le parole spesso si sprecano.
Il 2014 porterà Honda e Rami, e a giugno Seedorf e Sogliano, per un apparato sportivo tutto nuovo. Allegri é ben consapevole che inizia il suo ultimo semestre al Milan, con la fiducia ridotta oramai al lumicino, e una Champions League da onorare. Difatti, l'unico obiettivo di prestigio rimasto è proprio l'Europa, da sempre il salotto preferito di casa Milan.Anno nuovo, vita nuova, si suol dire, ed é proprio di vita nuova di cui i casciavit hanno bisogno. Si lavora già al futuro, al Milan di Seedorf e di via Aldo Rossi, perché nonostante ciò questo nefasto 2013 saluterá lasciando alcune novità, non di poco conto. Il polverone societario ha concretamente portato all'addio di Ariedo Braida, e al cambio di sede tanto voluto da Barbara Berlusconi.
Allegri, nelle vesti di Caronte, ha il compito di traghettare il Diavolo verso un'altra riva, un nuovo inizio, nelle mani di Clarence Seedorf. Il cambiamento, in ogni suo ambito, porta con sé curiosità, ma allo stesso tempo insicurezza. Galliani é in Brasile, per pianificare il futuro Milan, che inizierà realmente dopo i Mondiali in salsa carioca, per dare vita ad un nuovo futuro vincente.
Al 2014 i rossoneri chiederanno un po' di fortuna, quella fortuna che tanto manca ad El Shaarawy, stella che fu, ora sempre meno brillante e sempre più lontano dal campo. Ci vorranno altri tre mesi per rivederlo in campo, al fianco di Balotelli, sempre più solitario nell'attacco rossonero. I due volti del futuro, i due cavalli a cui attaccare la carrozza rossonera, l'attacco a cresta alta, ora più interrogativi che certezze. Al 2014 il Milan chiede di tornare ad essere il Milan, rosso come il fuoco e nero come la paura da incutere agli avversari, come decretò Kilpin 114 anni fa, quando iniziò la storia del Diavolo.