Sassuolo è un piccolo comune in provincia di Modena con una popolazione che sfiora i 40 mila abitanti. Per rendere l’idea, se tutti i residenti si recassero insieme a San Siro, riempirebbero meno di metà stadio. Eppure, questo paese dell’Emilia-Romagna può vantare una squadra nel campionato di Serie A. Una promozione raggiunta nel 2013, ma non per caso; è stata frutto della programmazione e dei tanti sforzi societari. Ma occorre fare un passo indietro.

Dopo oltre sessant’anni nei campionati dilettantistici, il Sassuolo arriva nel professionismo negli anni ’80, ma riesce a mantenere la categoria con continuità solo dalla fine del decennio successivo. Nel 2002, l’imprenditore Giorgio Squinzi, amministratore unico della Mapei, società operativa nel settore della produzione di materiali chimici per l’edilizia, decide di investire nel mondo dello sport, acquistando il club modenese. Squinzi si circonda di gente competente e dal 2003 delega la conduzione tecnica del club al presidente Carlo Rossi e al direttore generale Nereo Bonato. Quest'ultimo si rivela un abilissimo talent scout, lanciando nel calcio che conta giocatori del calibro di Agazzi, Sansone, Boakye e Berardi, nonché numerosi tecnici emergenti, tra cui Allegri, Pioli e Mandorlini.

La prima promozione, in Serie C1, arriva nel 2006. Due anni dopo arriva quella in B e, nel 2013, dopo alcuni tentativi sfortunati, arriva finalmente il salto in massima divisione. Sì, perché la società neroverde aveva sfiorato il passaggio di categoria sia nel 2010 che nel 2012, venendo eliminata per ben due volte in semifinale play-off, rispettivamente da Torino e Sampdoria.

In particolare, dopo la batosta con i blucerchiati, Squinzi capisce che la sua squadra ha tutte le carte in regola per ambire alla promozione in Serie A. L'unica necessità è quella di affidare le chiavi del giocattolo a un tecnico con una lunga esperienza in Serie A e in Nazionale, come Eusebio Di Francesco.

Il tecnico abruzzese costruisce una squadra perfetta, sulla base di un 4-3-3 all’avanguardia e perfettamente equilibrato: letale in attacco, impenetrabile in fase di ripiegamento. Un modulo capace di mettere in evidenza giovani come Berardi, Boakye e Terranova, elementi d’esperienza come Pomini, Magnanelli e Masucci, ma anche giocatori come Missiroli, Bianco, Troianiello e Catellani, con trascorsi in Serie A.

Un campionato dominato dalla prima all’ultima giornata, quello dei neroverdi che hanno concluso la stagione al primo posto con cinque punti di vantaggio sulla quinta e dodici, addirittura, sulla terza.

Il Sassuolo ha iniziato in Serie A con poche novità rispetto alla stagione precedente, ottenendo due ko in altrettante giornate, sei gol subiti, un gol segnato contro due avversari alla portata come Torino e Livorno. Così, la società di Squinzi, allarmata dall’inizio complicato, nelle ultime ore di mercato è corsa ai ripari ingaggiando Pegolo tra i pali, Pucino in difesa, Marrone a centrocampo, Schelotto sulla corsia di destra e Floro Flores in attacco.

La squadra ha continuato a boccheggiare e il destino del tecnico sembrava già scritto, ma dopo la sconfitta interna contro l’Inter per 7-0 si è invertita la tendenza. Merito anche della società che, anziché cacciare il mister, ha continuato a fidarsi di lui, raggiungendo risultati prestigiosi come i pareggi con Roma, Napoli e Lazio e la vittoria corsara sul campo della Sampdoria per 4-3. Risultati che, tuttavia, non permettono di passare un Natale tranquillissimo alla società emiliana, terz’ultima in classifica a quota quattordici, a un punto dalla zona franca. Ma la nota rassicurante è che la salvezza appare ampiamente alla portata della squadra allenata da Di Francesco.