Stilare classifiche nel calcio è assai arduo, perchè forse un criterio di giudizio valido per tutti non esiste. Ecco perchè designare la Top 11 del 2013 non è stato facile. Il metro utilizzato non è stato convenzionale: in generale, sono stati scelti i giocatori che si sono rivelati più decisivi per far raggiungere titoli ai loro club, anche se qualche eccezione non manca.
1) Neuer. Il portiere del Bayern Monaco ha vissuto la sua consacrazione: originale interprete del suo ruolo, ha chiuso la saracinesca e ha contribuito significativamente alla vittoria del triplete. La selezione di Loew lo aspetta in gran forma per il Mondiale brasiliano.
2) Lahm. Non poteva mancare in questa formazione il capitano del Bayern. Sempre propenso al sacrificio nonostante le grandi qualità tecniche, Lahm è l'anima dei bavaresi e della nazionale tedesca, oltre ad essere uno dei più grandi terzini di ogni tempo.
3) Thiago Silva. L'ex rossonero è ormai una certezza. Miglior centrale al mondo, duttile, precisissimo negli interventi, quest'anno ha portato a casa il titolo francese col Psg e la Confederations Cup con la Seleçao, sempre con la fascia da capitano al braccio. E' il giocatore odierno che forse più di tutti ricorda gente come Baresi o Maldini. Per entrare nel Pantheon dei più grandi della storia non deve fallire l'appuntamento del Mondiale casalingo.
4) David Luiz. Compagno di Thiago Silva nella vittoriosa esperienza in Confederations Cup, l'ex Benfica ha vinto anche l'Europa League col Chelsea targato Benitez. E' stato inserito nella Top 11 anche per i vertiginosi miglioramenti compiuti da quando gioca in Inghilterra; nei primi tempi era un brutto anatroccolo, ora è il vero principe della difesa dei Blues di Mourinho.
5) Alaba. L'austriaco del Bayern è un vero fuoriclasse sulla fascia sinistra; da anni non si vedevano giocatori di simile caratura in quella zona del campo. Protagonista dei trionfi di Heynckes, ha davanti a sè un avvenire davvero grandioso.
6) Schweinsteiger. Il forte centrocampista del Bayern ha ottenuto finalmente quelle soddisfazioni che a livello di club ancora gli mancavano. Attualmente fermo per infortunio, su di lui sono riposte le speranze della Germania di fare il definitivo salto di qualità nella prossima rassegna iridata.
7) Vidal. Un vero fenomeno scovato a prezzo di saldo dalla dirigenza juventina nel 2011. Corre come un mediano, segna come una punta, ha i piedi di un fantasista e ha le capacità di inserimento di una mezzala; il cileno è stato uno degli artefici dei due scudetti di Conte. Gli manca ancora la consacrazione europea, poi potrà ambire a pieno titolo al Pallone d'Oro.
8) Robben. Autore del gol decisivo nella finale di Champions, il funambolico olandese si è riscattato dopo troppi errori compiuti nelle partite importanti (si vedano la finale del Mondiale 2010 e quella della Champions 2012). Giusto riconoscimento per un grande campione.
9) C. Ronaldo. Straordinario dal punto di vista realizzativo, il portoghese del Real è il principe dei bomber nell'anno solare ed è sulla strada per diventare uno dei più grandi di sempre. Sul giudizio di quest'anno però pesano lo scarso feeling con Mourinho e gli errori di mira, per lui davvero insoliti, nella semifinale di ritorno contro il Borussia in Champions.
10) Ribery. Comunque vada la corsa per il Pallone d'Oro, il francese è quello che è stato più decisivo quest'anno. Classe egregia e talento cristallino, l'ex del Marsiglia ha dimostrato maturità da campione e mentalità vincente; lo certifica il fatto che tutte le azioni d'attacco del Bayern passano ormai sempre dai suoi piedi. CR7 sarà più forte come valore complessivo, ma quest'anno il più bravo è stato lui.
11) Ibrahimovic. Semplicemente Ibra. Nonostante non sia più giovanissimo, lo svedesone è sempre il trascinatore delle sue squadre. Secondo marcatore dell'anno solare alle spalle del solo CR7, Zlatan ha regalato al Psg un titolo che mancava nella bacheca dei parigini da quasi vent'anni, portando così a quattro il numero dei Paesi nei quali ha conquistato almeno una volta lo scudetto. Per entrare stabilmente nell'Olimpo dei grandi occorre però alzare al cielo la Coppa dalle grandi orecchie, che gli è sfuggita già diverse volte e che potrebbe stancarsi di aspettarlo.