Un respiro profondo e tanti dubbi. Questo il Mazzarri che lascia San Siro, dopo il match di Coppa. L'Inter supera il Trapani e si regala l'Udinese, ma non cancella spettri antichi e ricorrenti. Non convince, come contro la Sampdoria in campionato. Lenta, superficiale, disattenta. La "fame" invocata dal tecnico in settimana resta ignota ai più. Gli undici in campo trotterellano, consci di un tasso tecnico superiore. Ancora una volta cedono al demone dell'assuefazione. Sul 3-0 si lasciano cullare dalla partita. Accontentandosi, staccano la corrente dell'attenzione e un gruppo di entusiasti rischia di estrometterli dalla competizione. Sì, perché il 3-2 finale racconta di brividi e paure. Di una ripresa sottotono, in preda alle folate dei ragazzi di Boscaglia. Stecca, ancora Kovacic, si conferma acerbo Wallace. A sprazzi Belfodil. Non convince quasi nessuno. Se Mazzarri cercava risposte, adeguate seconde linee, occorre dirlo, il test è miseramente fallito. Di buono resta la qualificazione, per il resto molto da lavorare.
L'Inter si presenta sul prato amico con la formazione preventivata. Ampio turnover, spazio ad Andreolli e al rientrante Ranocchia dietro, Mudingayi in mediana. Kovacic alle spalle di Belfodil. A sorprendere è invece Boscaglia. Rivoluziona la squadra. Fuori il bomber Mancosu e con lui 10/11 della compagine vista in campionato. Resta solo Martinelli, squalificato nel prossimo turno.
L'inizio è tutto di marca nerazzurra. Quattro minuti e i padroni di casa sono già in vantaggio. Punizione velenosa di Guarin, barriera mal disposta e Marcone, sfortunato, colpisce con la schiena il pallone destinato al palo, depositandolo nella propria porta. Doccia fredda per gli ospiti, costretti a reagire. L'Inter inizia uno sterile possesso palla che non porta a vere e proprie occasioni, mentre il Trapani aspetta, pronto a ripartire. Una serie di occasioni potenziali, nulla più. Questo il bottino della banda Mazzarri. Terlizzi chiude bene Belfodil nell'area piccola, mentre Taider non riesce, in acrobazia, ad indirizzare verso la porta. I fuochi d'artificio arrivano sul finire di frazione. Pereira scende bene a sinistra e pennella il cross. Si avventa Belfodil, che taglia fuori la retroguardia avversaria e con l'esterno al volo supera Marcone. Nemmeno il temo di ripartire ed arriva anche il 3-0. Iunco, ingenuo, travolge Guarin in area. Rigore, che Taider trasforma perfettamente.
Sembra una passerella, arriva invece la doccia fredda. Il secondo tempo parla la lingua esclusiva del Trapani. Dopo cinque minuti, una lunga rimessa laterale fa fuori la difesa dell'Inter, con Ranocchia incredibilmente a vuoto, e Caccetta infila il diagonale sotto le gambe di Carrizo. Incredulità ed esultanza. Boscaglia sorride e gli ospiti sognano. Poco dopo Pereira avrebbe la chance per archiviare la pratica, ma non arriva, in scivolata, sull'invito teso di Belfodil. Da qui in poi monologo Trapani. Ciaramitaro spreca una buona occasione dal limite strozzando il tiro. Al minuto settantadue è lo stesso centrocampista a premiare l'inserimento di Basso, che calcia di prima intenzione, ma troppo centralmente. Il Trapani, sbilanciato, concede qualche spazio. Pereira trova un ottimo sinistro da fuori, ma Marcone si oppone. Il neo-entrato Bonazzoli, stella della cantera Inter, approfitta di un rimpallo per calciare verso la porta, ma sfiora il palo. Nel finale convulso, ecco il secondo gol del Trapani. Difesa Inter competamente sbilanciata verso la zona d'azione, con Pereira troppo alto. Il pallone arriva sul vertice di destra dell'area rigore e Madonia, da poco in campo, non perdona. Il recupero si trasforma così in corrida. Carrizo in tuffo smanaccia e allontana la paura. In piedi comunque per il Trapani, in inferiorità numerica nel finale, per l'infortunio a Priola, a cambi già esauriti.