Già dai primi di novembre, dopo il famigerato sfogo di Barbara Berlusconi ("ci vuole un cambio di strategia societaria"), si era capito che per lui non tirava più aria buona nei corridoi societari. In maniera inversamente proporzionale all'aumento dei poteri di Lady-B, diminuivano drasticamente le possibilità di conferma di Galliani.
Come si sa da tempo, il rapporto tra i due non è mai stato idilliaco, e sono stati pochi i punti in cui i due sono stati di comune accordo, uno di questi è la conferma di Allegri. Dopo settimane di voci insistenti e di convivenza forzata nella nuova sede di via Aldo Rossi, l'amministratore delegato ha intuito la direzione contraria del vento e ha deciso di farsi da parte.
Una decisione che sorprende, ma non più di tanto, in quanto lo stesso Galliani era consapevole che, se non adesso, l'ora dell'addio sarebbe stata a Giugno. Quindi la perentoria decisione di accelerare i tempi e di lasciare una carica che per 27 lunghi e gloriosi anni è stata sua. Un dirigente tra i più competenti, lungimiranti ed apprezzati sul panorama calcistico nazionale e internazionale. Ma, come ogni cosa, tutto ha una fine, che Galliani sperava fosse più elegante.
"Basta, mi dimetto. Lascerò il Milan dopo la partita con l'Ajax. Del mio futuro non so, prima dovrò sbollire e lasciar passare un pò di tempo", queste le sue prime dichiarazioni. "Sono d'accordo con il cambio generazionale, purchè sia fatto con eleganza. Mi dimetterò con o senza buonuscita. Il mio affetto per il presidente Berlusconi resta immutato" ha proseguito Galliani.
"E' stato fatto un grave danno alla mia immagine", altro motivo alla base della scelta dell'amministratore delegato. Quindi tutto lascia presagire che la frattura insanabile sia dovuta al rapporto, o non rapporto, con la figlia del presidente, che con ogni probabilità dal 12 dicembre pv assumerà la carica di amministratrice delegata, subentrando al dimissionario Galliani.
Il Milan sarà orfano del suo esperto di mercato già dalla prossima finestra di mercato, ed è indubbiamente una perdita pesante, nonostante i colpi già sicuri di Rami e Honda. Insieme a Galliani, lascerà la dirigenza rossonera anche Ariedo Braida, anch'egli dopo una lunga militanza come osservatore di mercato e braccio destro dell'amministratore.