Continua il viaggio di Thohir all'interno del mondo Inter, nei meandri del calcio italiano. Non poteva certo mancare una visita alla sede della Gazzetta dello Sport, la carta rosa, simbolo di dibattiti e idee. Flusso continuo di quesiti e risposte, notizie e tematiche. Lì un'altra occasione per parlare, divulgare il nuovo verbo nerazzurro. Le idee del tycoon per ricostruire il marchio Inter, riportare la società in alto, non solo in Italia, soprattutto in Europa. Chiaro che il punto di partenza verta su un'analisi di una situazione societaria insostenibile. "Giusto guardare alla realtà. Il calcio è un business enorme e diventa dura competere con club che hanno ricavi di 500-600 milioni l'anno, se tu ne incassi 140. Può capitare che una volta non vinca il più ricco, ma alla lunga prevale sempre. Io voglio un club sano, ancor prima che vincente: è per questo che lavoriamo senza sosta. Sarebbe sbagliato andare da questo o quel dirigente e dire che sbaglia: prima voglio mettere a fuoco ogni cosa e capire dove sono i problemi. Abbiamo davanti un piano di 100 giorni. Tre mesi per capire come agire."
Il modello da imitare per stabilità e crescita è ovviamente quello tedesco. Bayern e Borussia hanno via via completato la scalata all'Europa dei grandi senza stravolgere conti e cifrari, ma con un progetto saldo e sicuro. "Il sistema calcio in Germania ha creato una propria industria, come avviene negli Usa. La Serie A era un campionato top e l'Italia è un paese con un'enorme storia alle spalle. Con il vostro spirito imprenditoriale si può fare di tutto. Non credo sia bello vedere una gara con lo stadio mezzo vuoto. Se non ci svegliamo la lega francese e quella statunitense possono superarci."
Immancabile l'elogio a Zanetti. La professionalità, l'esperienza, la storia del club. Il riferimento, per giovani e non "Se arrivi all'Inter devi essere professionale al 100 per 100. Guardate Zanetti: non beve alcol, è rientrato dall'infortunio con tre mesi d'anticipo, in 10' col Livorno ha dato un segnale a tutti. I più anziani devono trasmettere la giusta disciplina ai più giovani, che si sentono superstar visti i tanti soldi che girano, ma non si rendono conto che la carriera così dura appena tre anni."
Sullo sfondo, ma non troppo, resta l'idea di un nuovo stadio, fondamentale per aumentare entrate, sviluppare marketing e accrescere il marchio Inter. "Se guardi alle entrate dei top club lo stadio pesa parecchio. Devo studiare cosa è meglio fare. Se costruire un nuovo impianto o restare a San Siro. Quello stadio è leggendario, ma la struttura è molto vecchia. Ci sono stato due mesi fa, mancano spazi per mangiare, ci sono pochi ascensori, devi usare le scale e mancano mille altre cose."
Un plauso a Cambiasso, tornato leader, come ai tempi dell'Inter dei record e una tirata d'orecchio a Icardi, giovane invischiato nel gossip "Cambiasso sembrava poter pagare l'età, ma con la sua professionalità è tornato in forma. Icardi deve lavorare su etica e personalità. Bisogna educare i giovani negli allenamenti, ma anche nei comportamenti."