Questa settimana ad InterNos, la trasmissione di InterChannel, è stata la volta di Esteban Cambiasso. L’argentino ha rilasciato un’intervista in cui ha voluto precisare in modo particolare la marcia in più che Walter Mazzarri ha saputo dare all’Inter.
OBIETTIVI - Si parte subito dagli obiettivi della squadra, quest’anno è stato chiesto di raggiungere un posto utile per la Champions League: ”Noi vogliamo stare più in alto possibile. Abbiamo tanta voglia di fare bene e in una società come questa fare bene significa arrivare più in alto possibile. Certamente, per come sono fatto io non verrò mai a dire arriveremo qui o arriveremo li. Posso dire che ce la metteremo tutta”.
CHAMPIONS - Quando si parla di Europa è difficile, per ogni interista, non tornare con la mente al 2010, alla notte di Madrid; nonostante siano passati ormai 3 anni, certe emozioni non vogliono mai essere dimenticate: "Ci sono state situazioni che ci hanno reso consapevoli di avere tanta forza. Quello che posso dire, e che nel tempo hanno detto anche il presidente e i miei compagni, è che nel 2010 sicuramente abbiamo vissuto peggio la settimana pre-Siena rispetto a quella prima della partita a Madrid perché il Siena non aveva nulla da perdere, era già retrocesso, mentre a Madrid si affrontavano due squadre alla pari. Che emozione ho provato quando ho vinto la Champions? E' stato un traguardo, un'emozione ancora più grande perché sapevo quanto ci tenevano tutti i tifosi, io l'aspettavo da 15 anni ma c'era chi l'aspettava da 45 anni”.
ALLENATORI - Il centrocampista, in alcune interviste, aveva dichiarato che "Ora i giocatori sanno sempre che cosa fare in campo” lasciando intendere che, dopo Mourinho gli allenatori non erano riusciti a lavorare per il bene della squadra; durante questa intervista, il Cuchu precisa: “Mazzarri, a differenza degli altri allenatori che abbiamo avuto, è un tecnico che ha il suo sistema di gioco e adatta i suoi giocatori a quel sistema in cui lui crede da 12 anni. Gli altri sono allenatori che hanno adattato i propri pensieri di calcio ai giocatori che avevano e magari si faceva più fatica. Mazzarri sa che la sua ala destra fa quello, che il suo interno destro fa quello e che il suo metodista fa quello. Non si tratta di autorità o meno, è un discorso tattico. Le squadre di Mazzarri credo abbiano avuto sempre una propria identità precisa”.
FUTURO - Si chiede anche, al giocatore argentino, un pensiero su quello che potrà essere il suo futuro dopo il calcio giocato, sono in molti a pensare a lui come ad un allenatore: ”Io allenatore? Tutti mi vedono così ora, ma poi il ruolo di allenatore ha a che fare con una marea di cose che non sono semplici. Di sicuro, qualsiasi cosa andrò a fare sono consapevole sarà qualcosa che ho raggiunto guadagnandomela, non perché sono stato un bravo calciatore. Se dovessi scegliere un mio vice? Queste sono scelte di vita. Potrei ipotizzare di lavorare con mio fratello, ma lui vive in Argentina, o se dovessi pensare a qualcuno dei miei compagni dico che con Diego (ndr, Milito) potrei lavorare tranquillamente perché pensiamo in modo simile il calcio, ma siamo diversi come persone e questo è fondamentale. Potrebbe essere anche Pupi (ndr, Zanetti), ma non per primo o secondo, per lavorare insieme”. Quello che è certo, nella mente di Cambiasso è la difficoltà di poter lasciare i neroazzurri:"Mi sento parte di questo club, lo sanno tutti quelli che sono intorno a me. È impensabile dimenticare tutto quello che ho vissuto e che sto vivendo con e grazie a questi colori. Sarò sempre parte di questa società e di questa famiglia”.