Posticipo di lusso. La Fiorentina di Vincenzo Montella, prima bella e poi concreta, fa visita all'Inter di Mazzarri, tecnico pragmatico, riscopertosi esteta. Segna, come non mai, l'Inter e lo fa senza subire. Un solo gol al passivo, firmato Arturo Vidal. Una classifica che arride alla squadra del duo Moratti-Thohir ben oltre le aspettative. Rivitalizzata. Negli uomini e nel gruppo. Va di corsa. Gambe leggere e testa sgombra. Alvarez, che il Montella allenatore avrebbe voluto con sé alla viola, è il simbolo della metamorfosi nerazzurra. Da agnello impaurito a leader senza frontiere. Ovunque, qua e là per il campo. Mazzarri frena l'entusiasmo, allontana il Sassuolo e i grappoli di gol, richiama l'attenzione a una partita che, se vinta, potrebbe accomodare l'Inter al tavolo dei grandi. Per questo pochi cambiamenti. In un'annata priva di impegni di Coppa, il turnover non è così indispensabile. Si va con gli uomini che “danno maggiori garanzie”. Quindi senza Milito, che riabbracciato a Reggio, non può avere ancora i novanta minuti nelle gambe, e con Kovacic accomodato in panchina, in attesa di una condizione più luccicante. Proprio questo è l'ultimo scoglio di Mazzarri. Non togliere certezze a una squadra apparsa granitica, inserendo maggior qualità (Mateo) e magari una punta in più (Icardi o lo stesso principe). Il centrocampo fatto di sostanza e abnegazione può reggere e funzionare contro avversari abbordabili, difficilmente a lungo termine può consentire di lottare per traguardi prestigiosi. Così come Palacio, straordinario lottatore, non può essere sempre sacrificato nelle praterie delle difese nemiche.
Probabile quindi che, per l'incontro di San Siro, Mazzarri vari la stessa Inter vista finora. Intatta per 10/11, l'unica variazione delle prime giornate ha riguardato l'interno sinistro di centrocampo. Da Kuzmanovic , proposto col Genoa, a Kovacic, fino a Taider. Proprio il franco-algerino sembra aver conquistato il tecnico di San Vincenzo. Qualità e dinamismo, fondamentali in un reparto retto dall'esperienza di Cambiasso e dalla prepotenza di Guarin. Confermatissimi gli esterni, Nagatomo e Jonathan, così come il reparto arretrato, guidato da Campagnaro. Alvarez alle spalle di Palacio, perlomeno all'inizio. Possibile qualche modifica semmai domenica, nella sfida di Trieste contro il Cagliari.
Piace questa Inter, non solo a Moratti. Soprattutto a Thohir. Le firme per la conclusione dell'accordo potrebbero arrivare dopo il match di questa sera. Intanto l'indonesiano preme per la conferma dell'attuale presidente. Moratti vacilla, conquistato dalle parole di Erick. Lo ha ribadito spesso “c'è simpatia”. Una sorta di fusione imprenditoriale. Due famiglie unite dall'Inter. La passione di Massimo, “padre” nerazzurro, e le capacità imprenditoriali di Thohir, magnate a tutto tondo. Non per niente nel nuovo organigramma nerazzurro resteranno diversi elementi della famiglia Moratti, perlomeno per i primi anni. È il segno della continuità. L'elemento di certezza nel vorticoso calcio moderno. Si vende, ma con oculatezza. Si vende, ma a chi vuol comprare veramente. É sempre stato il primo pensiero di Moratti, costretto a cedere dall'esigenza di rilanciare il marchio Inter. Costretto a cedere, ma non a scatola chiusa.
Fronte Fiorentina. Montella fa la conta delle assenze. Out per infortunio Gomez e Cuadrado. Squalificato Pizarro. Squadra sulle spalle di Giuseppe Rossi, tornato grande, dopo infortuni in serie. La classe di Borja Valero e Aquilani a orchestrare la manovra, con la diga Ambrosini, a contenere le sfuriate nerazzurre. Joaquin, più di Ilicic, ascoltando le parole dell'allenatore viola. La compagine dei Della Valle cerca l'ottava vittoria consecutiva in trasferta. Un cammino iniziato lo scorso anno e proseguito con le affermazioni a Genova e Bergamo in questa stagione. San Siro non porta alla mente ricordi fausti. L'Inter di Stramaccioni, quella aurea di inizio cammino, stese la banda Montella, con fulminee ripartenze firmate Coutinho. Era l'Inter che mise paura alla Juve. L'Inter di Cassano e Milito. Tutta un'altra storia.
Le probabili formazioni: