La Sardegna. Un possibile incontro. Le voci che si rincorrono. Un “si dice” sempre più pronunciato. Nainggolan e l'Inter si avvicinano. Non di poco. Tra conferme e smentite, classiche del calciomercato estivo. Il gioco delle parti è in atto da tempo. I nerazzurri vogliono Radja, nativo di Anversa, ma di origine indonesiana, per parte del padre, come simbolo del nuovo corso. Lui uomo immegine della nuova Inter di Thohir. Moratti ha riposto il cuore e ha scelto di fare il bene dell'Inter. Soldi freschi per colmare il debito, ricapitalizzare e rilanciare l'amata squadra. Il 75% per Erick. Maggioranza assoluta. Il presidente si defila e lo fa perché è tifoso prima di ogni altra cosa. Vuol rivedere il suo gruppo, i suoi ragazzi, ancora in cima al mondo. Come a Madrid. Come nell'indimenticabile notte del triplete. Moratti-Thohir, il nuovo binomio. Ci guadagnerà poco il patron, ma poco importa. L'Inter è la sua creatura, e nel calcio di oggi, per vincere, bisogna imporre gli interessi della società ai propri. La nuova Inter. Giovane, bella, affamata. Mazzarri la guida, Kovacic la stella, Nainggolan e Belfodil, con Icardi, a completare la scacchiera nerazzurra.

 

L'offerta al Cagliari è chiara. 8 milioni, più Longo (in comproprietà o in prestito con diritto di riscatto della metà) e Duncan in prestito. Sorpassata la Roma, che nel frattempo si è ritirata dalla corsa. L'Inter che si raduna oggi ad Appiano Gentile, per trasferirsi poi a Pinzolo da giovedì, accelera. Vorrebbe Radja già per il ritiro. Lavorare con i titolari, con i fedelissimi, fin da subito. Amalgamare il gruppo, solidificarlo prima dell'inizio del campionato. Il diktat di Mazzarri è chiaro. La sua Inter deve nascere subito. Forte e convinta. Plasmarla in estate è la conditio per evitare le incertezze tattiche e di uomini degli ultimi anni. Un progetto chiaro e definito fin da subito.Sale Nainggolan, scende Isla. La Juve tiene in stand by il cileno. Alza la domanda e nicchia sull'offerta. 8 milioni sono troppi, per un ottimo giocatore, bloccato però da un grave infortunio lo scorso anno. Lichsteiner è un altro nome “zebrato” finito sui taccuini di Branca, ma anche qui è dura. Lo shopping in casa dei “nemici” non è mai agevole. Un esterno arriverà, Mazzarri ne vorrebbe due. E se fosse Kolarov? Per accendere ancor di più lo scontro totale con Agnelli e la Vecchia signora? In difesa tutto fermo in attesa delle cessioni. Partirà Silvestre. Parma e Genoa le possibili destinazioni. Ghirardi sta provando a convincere il difensore argentino. Vorrebbe costruire in Emilia un muro sudamericano. Paletta-Silvestre. Ranocchia piace a tanti, ma costa. E parecchio. Pronto Dragovic in caso di addio.

 

Nei giorni scorsi intanto i saluti del Drago. Stankovic ha lasciato la Pinetina e l'Inter. Lui simbolo oltre i simboli. Un addio diverso. Se ne sono andati tanti, dopo la storia e Mourinho. Eroi ora dispersi nella ricca Europa. Lui ha lasciato poche parole, ma toccanti. Lui e Moratti, lui e i tifosi. Deki incarnava i valori veri. L'impegno e il sudore per la maglia. Il sacrificio e la scelta. La scelta dell'Inter quando poteva essere Juve. Bandiera, aldilà della fascia. Uomo vero, capace di metterci la faccia nei momenti grigi e di restare in disparte lasciando ad altri la gloria. Rescinde, con onestà. Ha sempre vissuto sul campo, col pallone, Stankovic, e ha capito che quello non poteva più essere il suo campo. Ha detto basta, con le lacrime agli occhi. É arrivato campione e se ne va leggenda. Ecco perché è un addio un po' più difficile. “Hai onorato questa squadra.” Il commiato del Presidente vale più di mille parole.