Il campionato. Sei giornate, prima di decidere di Stramaccioni e di tanto altro. Moratti riflette, sonda i sostituti. Mette su un piatto i pro e i contro del lavoro svolto dal tecnico romano. I numerosi infortuni (sulla graticola staff medico e preparatori) ad allievare le colpe del giovane condottiero, la mancanza di personalità, la fragilità tecnico-tattica come enormi spade di Damocle sul suo capo. Proprio qui stanno i limiti di una società troppo spesso incline ad errori. A Torino la Juve pensa a completare il suo progetto, un top player per tornare dominante in Europa, sull'altra sponda di Milano è in auge il nuovo spot della beata gioventù, e l'Inter? Dubbiosa, incerta, come forse solo la Roma, che recentemente l'ha eliminata dalla Coppa Italia. In Germania, il Bayern ha addirittura già annunciato Pep, a dispetto dei grandi risultati di quest'anno. Programmazione. Chi è questa sconosciuta? Cosa possono cambiare queste ultime sei sfide nella mente del Presidente? Bisogna virare verso una decisione netta. O Stramaccioni o un altro. Ma fiducia e convinzione. Il perenne stand by, il perpetuo camminare sulla graticola, non permettono alla squadra di consolidarsi e di crescere, di affinare certezze necessarie per tornare grandi.

Il problema muscolare di Cambiasso nel riscaldamento prima della sfida di Coppa Italia non è stato, purtroppo per Stramaccioni, l'ultimo squillo di sfortuna, perchè nei successivi allenamenti si è fermato anche Guarin. Stiramento. Palacio ha ricominciato a correre, ma col Parma, all'ora di pranzo, non ci sarà. Si spera di averlo nella volata finale, fitta di impegni non certo accomodanti, con il Palermo, impegnato nella lotta per non retrocedere, Lazio e Napoli. L'Europa League, ammesso che sia obbiettivo benvoluto, appare non facile da raggiungere. Chivu, già in panchina mercoledì, sarà a disposizione, ma le buone nuove dall'infermeria finiscono qui. Dietro potrebbe riposare Samuel, con l'inserimento di Silvestre, al fianco degli svagati Ranocchia e Juan. Sugli esterni Zanetti e Pereira, al rientro dopo la squalifica in Tim Cup, in mezzo Kuzmanovic e Benassi a proteggere il talento di Kovacic. Davanti ovviamente Alvarez e Rocchi. In panchina una miriade di giovani.

Gli emiliani arrivano a San Siro in totale tranquillità, grazie ai 39 punti in classifica che significano salvezza acquisita, ma non saranno certo vittime sacrificali, come ha già dimostrato l'Atalanta, due domeniche or sono, presentatasi qui nella stessa situazione. Donadoni non avrà Paletta, fermato dal giudice sportivo, e si affiderà a Lucarelli e Benalouane dietro, Valdes in regia, con il tridente Belfodil, Amauri, Sansone nel reparto avanzato.

All'andata una delle peggiori rappresentazioni dell'Inter di Stramaccioni. Abulica per novanta minuti, lenta, disposta male sul terreno di gioco, con Alvarez incapace di trovare la giusta zolla in cui incidere, e punita da Sansone, lasciato libero nella sua scorribanda offensiva, fino al limitare dell'area, da cui ha scoccato il tiro decisivo. Si arrabbiò molto il tecnico nerazzurro, per quel gol subito in un'azione partita addirittura da rimessa laterale, ma da allora ad oggi, un girone dopo, le amnesie difensive non sono certo diminuite.

Le probabili formazioni: