360 minuti tra ottavo, quarto e semifinale. Praticamente una partita in più rispetto agli avversari con cui si giocherà il titolo di Campione del Mondo domenica pomeriggio allo stadio Luzhniki, ma con una botta di autostima incredibile. La Croazia raggiunge la Francia in finale dopo aver battuto l’Inghilterra nei tempi supplementari, in rimonta.
Gara che, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha evidenziato per l’ennesima volta il carattere e il cuore degli uomini di Zlatko Dalic, capaci di ribaltare la sfida con gli inglesi dopo aver subito il goal dello svantaggio a freddo, con la punizione di Trippier. Con l’1-0 i croati sentono il contraccolpo psicologico, non supportati dalle forze fisiche: i Tre Leoni controllano senza problemi il match, anche se non sfruttano a dovere gli spazi e le occasioni concesse dalla difesa biancorossa, con un pizzico di sufficienza. Luka Modric fatica ad accendersi, Rakitic soffre la pressione del centrocampo inglese e davanti Mandzukic non viene supportato a dovere dagli esterni d’attacco; Vrsaljko corre molto a vuoto, Strinic continua nel suo momento no ed in mezzo Vida e Lovren vanno in difficoltà contro la velocità di Sterling e Lingard e la fisicità di Kane.
Ad inizio ripresa il canovaccio resta lo stesso, ma da un episodio la Croazia trova la forza di reagire: il goal di Ivan Perisic al 68’ stravolge la partita, rivitalizzando i suoi ed abbattendo l’Inghilterra, che pure avrebbero la chance del nuovo sorpasso, cestinata da Lingard; l’interista si scatena trascina i proprio compagni, sfiorando la doppietta – palo pieno dopo un dribbling ubriacante – e fornendo continui assist ai compagni. Nei tempi supplementari è fondamentale un salvataggio sulla linea di Vrsaljko sulla testata di Stones, ma la Croazia, ormai abituata all’extra time, sa come gestire la partita e trova lo spiraglio giusto ad inizio secondo tempo, quando Mario Mandzukic da vero opportunista si fionda su un pallone vagante e batte Pickford in diagonale, a coronamento di una prestazione di puro sacrificio. In quel che resta da giocare l’Inghilterra prova gli assalti disperati, mentre i biancorossi falliscono un paio di ghiotti contropiedi. Poco male però, perché al triplice fischio di Cakir può esplodere la festa croata.
Prima volta in assoluto per questa nazionale in una finale Mondiale, dopo averla sfiorata nel 1998, in Francia, battuta in semifinale dai padroni di casa; domenica gli avversari saranno proprio i francesi, alla caccia della seconda Coppa del Mondo oltre a quella alzata nel cielo di Parigi 20 anni fa. I Bleus avranno nelle gambe una gara in meno, perché nella fase ad eliminazione diretta i transalpini sono stati in grado di avere la meglio sempre nei 90 regolamentari, al contrario della Croazia, due volte ai rigori prima dei 120 minuti con l’Inghilterra; per i biancorossi però queste partite hanno dato la convinzione di essere duri a morire, con un carattere da grandissima squadra e con la qualità che, nei momenti più difficili, fa la differenza.