Ancora 120 minuti che non sono bastati, ancora una serie di calci di rigore ed ancora una vittoria. La Croazia supera l’ostacolo dei padroni di casa della Russia e accede alle semifinali del Mondiale dopo 20 anni dall’ultima – e unica – volta in Francia nel 1998.
Gara durissima per gli uomini di Zlatko Dalic, che forse si aspettavano un avversario più morbido: entrambe reduci da due sfide terminate con la lotteria dal dischetto, le energie in campo si presumeva potessero essere inferiori e perciò sarebbero prevalse le qualità tecniche, quelle dei biancorossi. Invece la Russia ha opposto una stoica resistenza senza disdegnare le folate offensive, e viene premiata alla mezz’ora, quando Cheryshev estrae dal cilindro una perla che porta avanti i suoi; la Croazia fino a quel momento aveva tenuto in mano il pallino del gioco creando qualche apprensione alla difesa russa e poco più. La scelta del CT di inserire Andrej Kramaric nel tridente di trequartisti e di lasciare in panchina Brozovic non ha pagato dal punto tattico, anche se è proprio lui a firmare l’1-1 pochi minuti dopo lo svantaggio; Rakitic nel mezzo fatica a costruire, Rebic e Perisic sugli esterni si muovono molto ma peccano in concretezza e Mandzukic, come sempre generoso, non fornisce il punto di riferimento offensivo che servirebbe in partite così bloccate.
Nella ripresa però si accende la luce di Luka Modric e la squadra cambia pelle: anche condizionata dalla stanchezza, la Russia non riesce quasi a superare la metà campo e si salva in alcune occasioni per il rotto della cuffia, come sul palo clamoroso di Perisic attorno al 60’. Dalic prova a dare freschezza con i cambi, ma né Kovacic e né Brozovic riescono ad essere utili e la contesa si protrae inevitabilmente ai supplementari. Poco prima del fischio finale il portiere eroe contro la Danimarca Subasic rischia di dover abbandonare il campo per un problema muscolare, riuscendo tuttavia a rimanere al suo posto, cosa che non riesce a fare Vrsaljko all’inizio dell’extra time, costringendo il tecnico ad operare il quarto e ultimo cambio. Anche Mandzukic stringe i denti più che può, non avendo possibilità di essere sostituito, ma la testata di Domagoj Vida al minuto 100 permette ai croati di tirare un sospiro di sollievo e di pensare di aver messo la partita in discesa; non è così però, perché al 115’ un altro colpo di testa, stavolta di Mario Fernandes, riporta la parità e la sfida ai calci di rigore. Subasic è ancora fondamentale su Smolov – tentativo di cucchiaio mal riuscito per la verità – ed è fortunato sul tiro di Fernandes a lato, mentre per la Croazia l’errore di Kovacic non influisce visto che tutti gli altri tiratori fanno il proprio dovere e sul goal di Ivan Rakitic può esplodere la gioia di tutta la nazione.
Il prossimo avversario sarà così l’Inghilterra, in un match in cui le due squadre cercano un risultato storico: per i balcanici sarebbe la prima finale, dopo essersi fermati proprio in semifinale alla prima partecipazione da Stato indipendente, nel 1998. In quel caso i padroni di casa della Francia ebbero la meglio per 2-1 ma nella finalina Prosinecki e Suker regalarono il terzo posto contro l’Olanda. Ora per Dalic l’obiettivo è scrivere qualcosa di leggendario, perché i risultati ottenuti finora sono frutto di tanto lavoro sul campo di una squadra di grandissimo valore, ma che ha avuto bisogno di quel pizzico di fortuna necessario per raggiungere i traguardi più grandi.