Il mondiale di Russia 2018 entra finalmente nel vivo: dopo la prima giornata di ottavi di finale, con la caduta dei giganti Leo Messi e Cristiano Ronaldo, eliminati rispettivamente con Argentina e Portogallo da Francia e Uruguay, tutto e pronto per la seconda giornata del turno ad eliminazione diretta. Ad aprire le danze saranno Spagna e Russia, mentre è previsto per le 20.00 italiane il calcio d’inizio di Croazia-Danimarca, la cui vincente incontrerà proprio una tra la nazionale iberica e quella padrona di casa ai quarti.

La Croazia è sicuramente una delle squadre che ha meglio impressionato nella fase a gironi di questo Mondiale: una formazione organizzata, quadrata, ricca di talento e di personalità. I ragazzi del CT Dalic hanno letteralmente dominato il girone D: emblematica la vittoria per 3-0 nello scontro diretto con l’Argentina, arrivata con una vera e propria lezione di calcio data agli uomini di Sanpaoli, affossati dalle reti di Rebic, Modric e Rakitic. Proprio la cerniera di centrocampo sembra essere la stella più luminosa del firmamento croato: il centrocampista del Barcellona e quello del Real Madrid organizzano la squadra come navigati direttori d’orchestra, regalando geometrie, invenzioni ed equilibrio al resto della squadra. Il netto 2-0 all’esordio con la Nigeria ed 2-1 firmato a tempo scaduto da Perisic contro l’Islanda (quando oramai però tutti i discorsi qualificazione erano già chiusi) completano un cammino finora quasi perfetto.

L’unica macchia nella spedizione russa della Croazia è stato il caso-Kalinic: l’attaccante del Milan è stato rimandato a casa, ufficialmente per infortunio, ma è noto a tutti che il vero motivo sia stato il suo rifiuto di entrare in campo nel finale della partita contro la Nigeria. Un ammutinamento che non è piaciuto affatto a Zlatko Dalic, il quale per evitare di minare la tranquillità dello spogliatoio ha messo alla porta l’ex-Fiorentina con le valigie ed un biglietto aereo per Zagabria.

Comunque, tra i 22 a disposizione l’allenatore può sicuramente pescare bene: possibile vedere in campo il solito 4-2-3-1, approfittando del fatto che gran parte dei titolari (sostanzialmente tutti tranne Modric e Perisic) hanno riposato nella superflua gara contro l’Islanda. Pochi dubbi sulla linea di difesa: Subasic tra i pali, la coppia di centrali titolari sembra essere oramai imposta, con Lovren accanto a Vida, preferito alla leggenda Corluka. Sime Vrsaljko a destra e Strinic a sinistra per completare la linea a quattro, rimangono i dubbi sulla composizione del centrocampo: quel che è certo è che ci saranno Modric e Rakitic, ma il talento del Barcellona potrebbe giocare sia in mediana che sulla trequarti. Nel primo caso, si libererebbe uno spazio dietro alla punta Mario Mandzukic, con l’inserimento di uno tra Kramaric e Kovacic, mentre nel secondo sarebbe uno tra Brozovic e Badelj ad affiancare Modric davanti alla difesa. A completare l’XI, infine, le due ali, che dovrebbero essere Ivan Perisic ed Ante Rebic.

Croazia (4-2-3-1): Subasic; Vrsaljko, Vida, Lovren, Strinic; Modric, Brozovic; Perisic, Rakitic, Rebic; Mandzukic. All. Dalic

Dall’altra parte, la Croazia troverà una Danimarca che parte sicuramente sfavorita, ma che avrà le sue carte da giocarsi. Guidata da Christian Eriksen, la nazionale scandinava ha dimostrato di poter tenere bene il campo, al netto di qualche passaggio a vuoto, conquistando il passaggio del turno. Un solo gol subito nelle tre partite del girone, quello nel pari per 1-1 contro l’Australia, al netto però dei soli due fatti.

I danesi hanno rischiato parecchio già nella gara d’esordio: uno sfortunato Perù, fermato dai due legni e dal rigore sbagliato da Cueva a fine primo tempo, si è dovuto inchinare al gol in ripartenza di Yannick Poulsen. Conquistati, non totalmente a merito, i primi tre punti, il CT Hareide ha potuto agire da calcolatore, andando a pareggiare, come già accennato, con l’Australia (Eriksen in apertura, raggiunto dal rigore di Jedinak) e con la Francia all’ultima giornata, con uno 0-0 al sapore di biscotto che ha qualificato entrambe le squadre.

Nelle gare del girone il tecnico norvegese, sulla panchina della Danimarca dal 2016, non ha mai rinunciato al 4-3-3, pur cambiandone alcuni interpreti. In porta dunque dovrebbe esserci il figlio d’arte, nonché eroe della cavalcata del Leicester di Claudio Ranieri, Kasper Schmeichel. Davanti a lui, linea a quattro che finora non ha mai subito variazioni in questo mondiale: Dalsgaard a destra, Larsen a sinistra, in mezzo la coppia di estrema esperienza formata da Kjaer, ex tra le altre del Palermo, e Christensen, attualmente in forza al Chelsea di Conte. In mezzo, ovviamente, il faro assoluto è Christian Eriksen, da cui dipendono buona parte delle speranze del popolo danese, ma sarà importantissimo anche il filtro che riuscirà a garantire Thomas Delaney, neo-acquisto del Borussia Dortmund. Ballottaggio aperto invece per la terza maglia da titolare del centrocampo: nelle prime tre uscite l’hanno indossata rispettivamente Kvist, Schone e Mathias Jorgensen. Possibile vedere il giocatore dell’Huddersfield per garantire maggior copertura, ma il ballottaggio è vivissimo. Davanti, chi sembra sicuro del posto è Pione Sisto, sempre titolare in Russia, mentre sulla fascia opposta dovrebbe tornare Poulsen. Nicolai Jorgensen, invece, sembra in vantaggio per il ruolo da centravanti su Cornelius, dell’Atalanta.

Danimarca (4-3-3): Schmeichel; Dalsgaard, Kjaer, Christensen, Larsen; Eriksen, M.Jorgensen, Delaney; Poulsen, N.Jorgensen, Sisto. All. Hareide

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.