Troppo facile parlare di fallimento mondiale. Questa meritata sconfitta dell'Argentina mostra i limiti di una squadra che sulla carta sembrava la papabile per la vittoria finale. Una vittoria che avrebbe dato a Messi quel trofeo tanto agoniato che merita e che dovrebbe trovarsi nella sua bacheca personale. Ma forse quella maglietta pesa troppo, forse lo spettro di Maradona è complicato da gestire. Tante sono le ipotesi, altrettante le elucubrazioni che si possono fare su questa debacle di un intero team.
Rimasta al palo, o meglio alla parata, del rigore fallito dal capitano Messi, l'Argentina si è trovata in un sonno profondo durato 180 minuti. Troppe le combinazioni favorevoli che potrebbero permettere all'albiceleste un insperato passaggio turno. Nel frattempo, la certezza è che questa Argentina è gestita nel peggiore dei modi. Si potrebbe ridurre tutto alla clamorosa papera di Caballero, titolare in nazionale ma riserva nel Chelsea, ma sarebbe ingeneroso e per l'appunto riduttivo. Il problema principale ha il nome di Jorge Sampaoli, c.t. argentino che dopo aver incantato col Cile, battendo proprio la sua Argentina in finale di Coppa America, non è riuscito a trovare una quadratura a questa squadra fatta di campioni. Esperimenti visionari privi di ogni logica e non si parla col senno di poi.
L'improbabile difesa a rombo schierata contro la Croazia è solo l'inizio di una serie di perplessità che verrebbero a chiunque mastichi un po' di calcio. Mettere due terzini nel ruolo di marcatori e lasciare Otamendi in quello di libero ha ben poco senso, soprattutto se si deve costringere Mascherano ad interpretare il ruolo di mediano e il ruolo di marcatore abbassandosi in difesa. Oltre a lasciare spazi incredibili per l'inserimento delle due ali croate, Perisic e Rebic non certo gli ultimi arrivati, questo folle modulo ha prevedibilmente lasciato la linea mediana senza idee, affidata solamente ad un improbabile gioco sulle fasce e costringendo Messi a scendere per prendere palla e dare verve ad un attacco decisamente spuntato. E sviluppare un gioco basato sulle fasce contro la Croazia è un invito a non concedere spazi da chi il gioco sulle fasce lo fa di sua sponte e con estrema facilità.
Le scelte incomprensibili dell'attacco meritano un discorso a parte che andrebbe analizzato a monte. In primo luogo, mettere Aguero come prima punta contro due squadre dalle difese fisiche come Islanda e Croazia, non ha dato i suoi frutti. Il supporto datogli era pressoché nullo. Quindi la domanda giunge spontanea: perchè non sfruttare la stazza di Higuain, uno che avrebbe potuto tenere botta contro i possenti fisici islandesi e croati? Difficile trovare risposta. Ancora, un attacco Messi-centrico, con un Messi visibilmente non in giornata, avrebbe avuto bisogno di più fantastia. Perchè ridurre il minutaggio di Dybala all'ultimo quarto d'ora ed a partita praticamente compromessa? Una partita da dentro o fuori gestita malissimo sin dal principio e forse anche in piena coerenza con quanto visto contro l'Islanda quando, incagliati sul pareggio, Sampaoli preferisce far entrare Banega invece che rivisitare un attacco sterile con titolarità (si legga alla voce Meza contro la Croazia) e cambi (si legga alla voce Pavon-Di Maria contro l'Islanda). Cosa resterà di questa Argentina non si sa. Intanto però, Messi e compagni avranno tante ferite da leccarsi.