Ventiquattr'ore convulse hanno scosso l'ambiente della Spagna, passata dall'essere pronta a esordire ai Mondiali di Russia 2018 sotto la guida di Julen Lopetegui al cambio della guardia con Fernando Hierro. Fino a ieri Lopetegui era il condottiero delle Furie Rosse verso la finale di Mosca. Da oggi l'ex tecnico del Porto fa parte del passato - un passato ingombrante - della Selecciòn, dopo aver firmato per il Real Madrid, con "cinque minuti" di preavviso concessi alla Federazione. Una situazione complicata da gestire, che il presidente Rubiales ha risolto con l'esonero dello stesso Lopetegui, sostituito in panchina da Fernando Hierro, fino a poche ore fa direttore tecnico della Roja.
Dopo aver annunciato stamattina, nel ritiro di Krasnodar, il siluramento del prossimo allenatore del Real Madrid, oggi pomeriggio il capo della Federazione ha presentato alla stampa il suo successore per i Mondiali: "Devo ringraziare Fernando Hierro - le sue parole, riportate dal quotidiano AS - abbiamo messo la nazionale nelle sue mani. Doveva trattarsi di una persona che conoscesse bene la squadra: i giocatori lo hanno accolto a braccia aperte". Uno Hierro che ha accettato per spirito di servizio, ma che ora vuole giocarsi le sue carte: "E' una sfida bella e appassionante. La situazione è quella che è, accetto questa responsabilità con coraggio. Abbiamo un buon gruppo, la voglia di far bene è grande. Massima ammirazione per il lavoro svolto da Lopetegui in questi due anni. Gli auguro il meglio". La Spagna esordirà venerdì contro il Portogallo, in un match subito importante per la sua Coppa del Mondo: "Non possiamo cambiare in due giorni ciò che è stato fatto in due anni di lavoro. Dobbiamo essere coerenti e intelligenti: da qui alla sfida con il Portogallo non avremo margini di cambiamento. Ora penso al Portogallo, poi alla partita successiva e a quelle che seguiranno. Pensiamo solo di fare un buon Mondiale, abbiamo un paese e dei tifosi che ci seguono con grande entusiasmo". Su Lopetegui: "Sbaglieremmo se pensassimo al passato. Ho la coscienza a posto: la sfida è sufficientemente importante per farsi distrarre da altro. Dobbiamo essere positivi, coraggiosi ed essere pronti a competere. I giocatori sono tutti professionisti, sanno cosa ci giochiamo. Non sarei qui se non fossi convinto di cosa possiamo ottenere a questi Mondiali. Non è questione di capire o meno la scelta di Julen, ma solo di affrontare la realtà. E' questo il messaggio che vogliamo mandare: meno ci guarderemo indietro, meglio sarà. Quando il presidente mi ha chiamato avevo tre alternative: dire di no, andar via o rimanere qui. Ho scelta la terza: ci sono giocatori, una federazione, è il momento di fare un passo avanti. Non avrei potuto dire di no, non me lo sarei perdonato".
"Ho parlato con Julen, da buoni amici quali siamo, ci conosciamo da molto tempo. Mi ha chiamato al momento di salutare. Ora i giocatori hanno voglia di iniziare, questa è una sfida per tutti. Dobbiamo subito cambiare prospettiva, allenarci e basta, non abbiamo tempo per lamentarci. L'obiettivo è lottare per vincere il Mondiale. Dobbiamo dimostrare molta maturità, sono certo che i ragazzi ce la faranno. La chiave è continuare con ciò che abbiamo, toccare il meno possibile e capire che questa squadra stava preparando da due o tre mesi la sfida con il Portogallo. Abbiamo tre partite per superare il turno, nessuno ci regalerà nulla. Dovremo giocare come se nulla fosse successo. Domani abbiamo il viaggio verso Sochi ma, se possibile, dobbiamo dimenticare tutto già da stasera. Ieri i ragazzi si sono allenati alla grande, è quello che dobbiamo fare". Come giocherà la Spagna di Hierro? "Mi piacerebbe che giocasse bene, con qualità, che segnasse due o tre gol più degli avversari. Ho solo un anno di esperienza come capo allenatore, a Oviedo, un anno come secondo allenatore al Real, ma sono nel calcio da trent'anni". Sullo spogliatoio: "Ho ricevuto dei riscontri fantastici. E' un gruppo maturo, coeso, che sta insieme, che sa qual è l'obiettivo e che lotterà per raggiungerlo. Sono giocatori abituati ad allenatori che vanno e vengono. Conosco il 90% di loro, per esperienze precedenti e lavoro nelle categorie giovanili. Daremo l'anima, il 110%. Al Mondiale nessuno ti regala nulla, basta una brutta partita e sei a casa. Tutti sappiamo cosa significa un Mondiale e quali responsabilità comporta".