E' stato uno dei calciatori più attesi, Manuel Neuer, portiere del Bayern Monaco e di una nazionale, quale quella tedesca, pronta a riabbracciarlo in vista del Mondiale di Russia 2018. A meno di tre giorni dal via della competizione calcistica più importante di sempre, l'estremo difensore classe '86 ha parlato in esclusiva a La Gazzetta dello Sport, cominciando l'intervista con un passaggio sulla scelta di indossare, qualche settimana fa, la maglia di Gianluigi Buffon: "È stata una bella iniziativa per Gigi, in occasione del suo addio ai bianconeri. Sono stato felice di farne parte, ho anche posato con il pollice alto come lui fa spesso. Gigi è un grande. Come dice l’hashtag di quell’iniziativa: #unico".
Neuer ha in seguito detto la sua sull'infortunio al piede: "Non ho mai perso la fiducia e adesso sono convinto di riuscire a reggere tutta l’intensità di un torneo come il Mondiale. Però quando sei infortunato e fai la rieducazione ogni giorno, hai dei momenti no e altri in cui risali con il morale. È stato un periodo duro, lungo ma anche con aspetti positivi. Io sono sempre stato ottimista e avevo sempre il traguardo da raggiungere davanti agli occhi. Se non ci avessi creduto, non sarei qui a parlare del mio Mondiale".
Passaggio fondamentale, sulle sensazioni fisiche: "Il mese scorso ho ricominciato ad allenarmi con la squadra, al Bayern. Poi in ritiro in Alto Adige con la nazionale mi sono goduto ogni seduta, ogni giorno era come un esame superato. Tanto che abbiamo fatto di nuovo il monitoraggio del piede ma io ero sicuro, non dovevo aspettare le immagini. Le sensazioni valgono più di una radiografia, in certi casi. Timore? Assolutamente no. Il rischio di un infortunio vale per me come per tutti gli altri giocatori. Ho fiducia, sono super motivato, il portiere non deve dare alla squadra un senso di paura".
Manuel Neuer ha poi parlato del difficile rapporto con il collega ter Stegen, non troppo felice di tornare ad essere la seconda scelta: "Posso capire il suo stato d’animo, viene da una buona stagione con il Barcellona. Ciascuno di noi vuole giocare, ma queste sono le posizioni. Lui è comunque molto prezioso per la squadra anche nel lavoro quotidiano". Importante il punto sulla Germania: "Da sempre tutti ci vogliono battere, anche quando non partiamo da campioni. Abbiamo in più l’esperienza di quattro anni fa, siamo sempre affamati di vittorie. I fischi a Gundogan ed Ozil? - conclude - Penso che sia un peccato, contro l’Arabia Saudita ha giocato soltanto Gündogan ed è stato di nuovo fischiato, come contro l’Austria. Eppure si è messo a disposizione per spiegare, ha parlato in televisione. Lui vuole far tutto per la squadra e non è semplice in questa situazione che disturba tutta la nazionale, non soltanto loro. Noi siamo calciatori, vogliamo pensare al calcio, all’essenzialità di un Mondiale, è quello che conta".
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