E' una splendida Lazio quella che, all'Olimpico, ha la meglio per 4-2 di un ostico Salisburgo, al termine di una gara semplicemente infinita. I biancocelesti vanno in vantaggio al settimo con Lulic, poi dominano in lungo in largo ma subiscono il pareggio per una chiamata dubbia del quintetto arbitrale. In avvio di ripresa Parolo riporta avanti i suoi, ma Minamino impatta. Non è finita, perché nei venti minuti finali, con lucidità e la giusta cattiveria agonistica, Felipe Anderson e Immobile archiviano la sfida, ma non la pratica. Appuntamento in Austria. 

Inzaghi sceglie il solito 3-5-2, quello più affidabile, con Basta e Lulic ai lati di Parolo, Leiva e Milinkovic-Savic, mentre Luis Alberto agisce alle spalle di Immobile di punta. Risponde con il 4-4-2 Rose, con Dabbur accanto a Gulbrandsen, Berisha e Haidara sulle fasce laterali in mediana. Samassekou e Schlager la cerniera di centrocampo. 

Foto Ss Lazio Twitter
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Avvio di gara di personalità della Lazio di Simone Inzaghi, la quale rispetta sì i rivali ma imprime il proprio credo alla sfida. Ritmo ed intensità, con gli ospiti quasi mai padroni della scena. E' invece la squadra biancoceleste - e durerà per mezz'ora circa - a dominare la sfida: Immobile si muove bene in profondità, mentre Luis Alberto si destreggia perfettamente tra le linee, aprendo gli spazi alle folate sui lati di Basta e Lulic; è infatti da un assist del primo e dalla conclusione del secondo che al settimo i biancocelesti passano in vantaggio. Gli austriaci accusano il colpo, stentano a reagire se non con un paio di sterili folate di Gulbrandsen e Berisha, ma la Lazio tiene benissimo davanti a Strakosha.

La squadra di Inzaghi è padrona del campo, legittima il vantaggio senza tuttavia rendersi pericolosa dalle parti della trequarti rivale per ottenere il bis. La gara sembra scivolare innocua verso l'intervallo, quando alla mezz'ora è l'addizionale a ravvisare una trattenuta - ? - di Basta, su Berisha: è rigore, con quest'ultimo glaciale dal dischetto. La Lazio perde la testa ma non la bussola, assedia l'area rivale e, prima de Vrij, poi Immobile, vengono atterrati in area di rigore, ma stavolta si gioca tra i fischi dell'Olimpico. Non basta, i capitolini si fanno preferire ancora in termini di gioco e di produzione offensiva, ma la mira di Milinkovic-Savic è imprecisa da pochi passi. All'intervallo è 1-1. 

Foto Ss Lazio Twitter
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Un brivido in apertura di ripresa scuote l'Olimpico e la Lazio, che dopo aver murato il destro di Berisha e Gulbrandsen si scuote e sale di colpi. Azione in transizione di Basta, che spacca in due la difesa ospite; l'apertura per Basta è perfetta, come l'assist per Parolo che di tacco batte Walke e fa impazzire l'Olimpico. Il Salisburgo prova a reagire, ad alzare il baricentro della propria azione e a mettere paura ai capitolini: Berisha apre bene per Ulmer sulla sinistra, ma il suo mancino è preda di Strakosha in due tempi. Stesso esito per il destro, dalla parte opposta, di Luis Alberto, abile a smarcarsi sulla trequarti e scagliare il destro, senza però dargli l'angolazione giusta. 

I cambi sembrano agevolare il compito della Lazio nell'intento di spezzare il ritmo alla gara, ma contribuiscono invece ad un piccolo calo dei biancocelesti, i quali lo pagano a caro prezzo. Dabbur lavora benissimo un pallone sulla trequarti, salta un paio di avversari e serve in profondità il neo-entrato Minamino, che davanti a Strakosha non sbaglia: 2-2. Nemmeno il tempo di prendere lo schiaffone che la Lazio si rialza: Anderson spacca in due la difesa del Salisburgo, salta tre avversari e, davanti a Wolke, lo batte per il nuovo vantaggio. Gli ospiti crollano: Schlager perde palla a centrocampo, Leiva lancia il tre contro due, prima di servire Immobile sulla sinistra che non sbaglia: è poker, Olimpico in visibilio. 

Nel finale è ancora l'attaccante partenopeo ad andare vicino al pokerissimo, di testa, su gran cross di Felipe Anderson, ma Wolke salva i suoi. L'estremo difensore si supera in qualche modo anche su Caicedo qualche secondo più tardi, limitando il passivo. Il Salisburgo si riversa in attacco con Lainer, ma la difesa biancoceleste resiste fino al triplice fischio finale.