Splendida, convincente prova offensiva della Lazio che, tra le mura amiche, approfitta dell'atteggiamento spregiudicato della Steaua Bucarest per abbattersi come un tornado sui rumeni: Immobile e Felipe Anderson la fanno da mattatori, i biancocelesti vanno avanti 3-0 già all'intervallo e chiudono addirittura in semi-goleada prima della firma finale di Gnohere per il 5-1. Risultato dell'andata ribaltato, la qualificazione agli ottavi di finale di Europa League è realtà.
Pronti, via, lo svantaggio dell’andata viene subito polverizzato dai padroni di casa e dal loro uomo più rappresentativo, Ciro Immobile. Lo scatto a battere la linea del fuorigioco è perfetto, così come l’imbucata di Lulic: controllo, destro forte sotto la traversa ed Olimpico in festa per un risultato sbloccato dopo appena sette minuti. Subito vicini al raddoppio, nel giro di due minuti, sia Parolo che Anderson con le conclusioni da fuori area, ma entrambe le volte l’urlo rimane strozzato in gola ai biancocelesti.
Prova ad amministrare la Lazio, ma dopo l’infortunio di Caceres, sostituito da Bastos per una contusione, arrivano anche i primi cartellini: Basta prima per l’entrata in ritardo, Immobile dopo per qualche parola di troppo rivolta a Vincic. Scavallata la mezz’ora è Felipe Anderson a provarci dalla distanza, ma il suo destro è alzato sopra la traversa da Vlad. Ne viene fuori un corner, ed ecco che finalmente la squadra della capitale rompe il muro che gli impediva di raddoppiare: proprio Bastos, neoentrato, impatta sul primo palo, senza neanche saltare, sul cross dalla bandierina di Luis Alberto. Smarcato, il difensore biancoceleste può incornare e centrare l’angolino per il 2-0. I capitolini non si fermano, di nuovo con Felipe Anderson a sorprendere tutti sulla punizione battuta rapidamente, ma il suo mancino incrocia i guantoni di Vlad sul primo palo.
È un chiaro segnale: la Lazio è oramai padrona del campo in lungo ed in largo. Segnale confermato, sul finire del primo tempo, dal tris: l’asse è stavolta quello di sinistra, il solito Anderson trova spazio, se la sposta sul destro e può mettere in mezzo: arriva in corsa Immobile, e stavolta trafiggere il portiere è davvero troppo facile. 3-0, festa grande all’Olimpico.
Neanche l’intervallo placa le ire della Lazio, che completa l’opera dopo cinque minuti nella ripresa: la Steaua è clamorosamente spezzata in due, sempre Felipe Anderson ha il tempo di controllare, avanzare per una ventina di metri e fulminare il portiere con il destro rasoterra che fa 4-0. Da qui, ovviamente, la partita perde decisamente di intensità e di verve, nonostante i tifosi biancocelesti continuino a cantare festanti. I minuti passano e la Lazio va anche vicina al pokerissimo, mentre Luis Alberto ottiene una meritata passerella per lasciare il campo a Murgia.
Poco dopo dovrebbe toccare la stessa sorte anche ad Immobile, ma al settantesimo accade di tutto: proprio il neo-entrato centrocampista italiano rimane a terra per una durissima pallonata al volto, Felipe Anderson non se ne importa e riparte in contropiede, ancora sulla sinistra. Assist sul secondo palo verso Immobile, quando arriva la chiusura di difensore e portiere l’ex-Borussia è lucidissimo a spostare il pallone, mandarla a vuoto con la finta e depositare in rete il 5-0 con la tripletta personale. Dopo l’assist, però, il funambolo brasiliano rimane a terra dolorante, creando apprensione sulla panchina biancoceleste: sarà lui quindi a lasciare il posto a Caicedo per un (sembra lieve) problema muscolare.
Sembra tutto pronto per i titoli di coda, a dieci dal termine con cinque gol di scarto tra le due squadre, ma c’è ancora spazio per una rete, la prima dei rumeni: Gnohere riesce a sorprendere la linea difensiva ritrovandosi solo davanti a Strakosha. Il portiere albanese respinge bene il destro, ma è sfortunato perché la palla rimbalza di nuovo sul corpo dell’attaccante francese e termina in rete. Questa, si, è l’ultima emozione, cala il sipario sul 5-1 allo Stadio Olimpico.