Il quarto di finale tra Bayer Leverkusen e Werder Brema lo abbiamo annunciato come il più divertente del lotto e i centoventi minuti giocati alla BayArena non hanno di certo deluso le attese. La partita si apre con il botto, gli ospiti passano subito in vantaggio e lo fanno di due gol, ma la forza, la tenacia e la consapevolezza nei propri mezzi delle Aspirine aprono la strada ad una magnifica rimonta condotta da Brandt e chiusa da Bellarabi nel corso del secondo tempo supplementare. Il Bayer vola dunque in semifinale, mentre la squadra di Kohfeldt esce di scena dalla DFB Pokal a testa alta.
Come annunciato nella presentazione della partita, entrambe le squadre vogliono passare il turno e così sia Herrlich che Kohfeldt mandano in campo la miglior formazione possibile. Sorprende un po' l'assenza di Rashica nel Werder, ma evidentemente il neo acquisto non è ancora pronto per fare due gare in tre giorni.
L'impatto con la partita del Bayer, come detto, non è dei migliori, per usare un eufemismo. Il Werder infatti trova subito il vantaggio grazie al rigore causato da un incauto Tah e trasformato abilmente da Kruse che spiazza Leno. Passano quattro minuti e la squadra di Kohfeldt raddoppia: Kohr e Havertz si addormentano a metà campo, il Werder recupera palla, Kruse si gira e vede il buco lasciato da Wendell dove si è inserito perfettamente Johannsson che scavalca Leno con un preciso pallonetto e sigla il suo primo gol in maglia biancoverde. Le Aspirine si svegliano solo dopo venti minuti e lo fanno con un colpo di teste di Tah che impegna Pavlenka, attento e bravo a neutralizzare il tentativo. L'avvisaglia, però, è lanciata e alla mezz'ora arriva a destinazione: Kohr e Havertz duettano a metà campo, il centrocampista raccoglie l'uno-due involandosi indisturbato verso la porta avversaria poi, una volta davanti al portiere avversario serve l'accorrente Brandt che insacca indisturbato a porta vuota. Si va dunque al riposo sull'1-2, ma con la sensazione che il Leverkusen sia pronto al ribaltone.
Sensazione che viene puntualmente confermata al rientro in campo. Nemmeno dieci minuti sull'orologio e la squadra di Herrlick si spinge in avanti con Bender che serve Brandt al limite dell'area: il numero dieci buca nuovamente Pavlenka con una magnifica conclusione di prima intenzione che toglie le ragnatele dal sette. 2-2. Dopo il pareggio, però, i ritmi si abbassano drasticamente e la prima occasione degna di menzione arriva attorno al settantesimo, quando Aranguiz protesta vanamente per un contatto con Eggestein in area di rigore. Nulla di fatto. Il Werder si riaffaccia dalle parti di Leno con Kruse e Delaney, ma è Havertz ad avere la palla della vittoria, ma spreca tutto. Si va ai supplementari.
Si abbassano nuovamente i ritmi, nessuno vuole esporsi e allora a dare la scossa ci prova, come sempre, Leon Bailey: magnifico sinistro su punizione diretto all'incrocio dei pali, ma questa volta è il legno a dire di no al giamaicano. Sale il tasso di tensione del match e tutto sfocia nella rissa scoppiata al 104': Kohr reagisce al fallo subito, Bailey spinge Delaney, ma Fritz grazia entrambi. La partita continua a non sbloccarsi e allora Herrlich decide di giocarsi la carta Bellarabi, che subentra a Kohr in un cambio molto offensivo. La scelta si rivela azzeccatissima: Bailey pennella con il mancino sulla testa di Alario - entrato al posto di Brandt -, sponda per Bellarabi sul secondo palo che insacca al volo alle spalle di Pavlenka, 3-2. Subita la rimonta, il Werder prova a scuotersi inserendo Langkamp, ma è sempre il Bayer a rendersi pericoloso con Alario che dopo una magnifica veronica lancia ancora Bellarabi, ma stavolta l'esterno tedesco spara sul portiere biancoverde. Il poker però è solo rimandato: Henrichs riceve sulla destra, serve il taglio dell'onnipresente Bellarabi - tenuto clamorosamente in gioco da un Gebre Selassie totalmente fuori posizione - serve Havertz che insacca di piattone. 4-2, partita finita e Bayer in semifinale.