Quella del Werder Brema di quest'anno è una delle stagioni peggiori non solo nella Bundesliga, ma nell'intero ambito del calcio europeo. Basta dare un occhio alle statistiche per capire qual è la situazione mentale dei biancoverdi, ancora mai vincenti nelle prime undici giornate del loro campionato - in cui, assieme al fanalino di coda Colonia, rappresentano il peggior attacco -, con un parziale di cinque pareggi e sei sconfitte, l'ultima in ordine cronologico per 2-1 contro l'Eintracht Francoforte, in quella che era la prima partita della nuova gestione tecnica, affidata a Florian Kohfeldt.
Non è stato un brutto avvio per il giovane allenatore tedesco, perlomeno sotto l'aspetto puramente prestazionale: parliamo di una sconfitta maturata nel finale di gara, in casa della settima forza del massimo torneo tedesco. Probabilmente è il contesto però a rendere tutto ancora più complicato per i teutonici, con una tifoseria abituata decisamente meglio nelle annate precedenti: una difesa piuttosto sconnessa ed una fase offensiva che al contempo, perso in estate il giocatore di maggior talento Serge Gnabry, non ha trovato soluzioni alternative efficaci in nessuno dei giocatori più di qualità della rosa. Da capitan Junuzovic al neo-arrivato Augustinsson, passando per Max Kruse, tutti i singoli stanno soffrendo per un contesto disorganizzato in cui la carenza di idee in fase di costruzione sta esaltando ancora di più quelli che sono i difetti sotto il piano tecnico dei difensori. A completare il quadretto fallimentare il rendimento dell'attuale centravanti titolare, Eggestein, ancora a secco in stagione.
Anche dal punto di vista tattico la squadra non appare ancora solida. Fra i due centrali, Laminé Sané e Niklas Moisander, l'intesa appare ancora non perfettamente affinata ed in questo contesto gli errori dei due singoli - entrambi mai stati a dire il vero dei fuoriclasse, ma nemmeno mai negativi tanto quanto negli ultimi mesi - sono diventati fatali e pesantissimi nell'economia dell'equilibrio psicologico dell'intero undici. Le gerarchie sono così state messe in discussione, ma nè Veljkovic, nè l'ex Inter Caldirola, nè tantomeno il giovane Verlaat sono riusciti a salire in cattedra. E' stato chiamato così agli straordinari il portiere giunto a Brema in estate, Jiri Pavlenka, che ha risposto non eccezionalmente, ma sicuramente bene e rappresenta una delle poche note positive. Confusione, pochi punti fermi e tutti in dubbio: riuscirà il Werder ad uscire da questo tunnel prima che diventi troppo tardi?