Nel calcio ci sono sfide che, anche se sul momento non danno quest'impressione, finiscono per spostare i fragili equilibri del destino. Sicuramente rientra in quest'ambito la partita che si disputerà questa sera allo stadio Santiago Bernabeu, dove Spagna e Italia si giocheranno - aldilà della retorica sulla non matematica certezza di qualificazione anche in caso di vittoria - la possibilità di accedere ai prossimi Mondiali del 2018 in Russia senza dover passare da uno spareggio ad eliminazione diretta che potrebbe nascondere dei pericoli. Ed è anche per questo che, oggi più che mai, i rispettivi Paesi chiedono una mano ai propri centravanti Àlvaro Morata ed Andrea Belotti per raggiungere il traguardo sperato.
Quello a distanza fra questi due attaccanti è certamente il duello fra una delle migliori coppie di talenti offensivi del calcio mondiale, che peraltro hanno anche delle similitudini fra loro. Entrambi infatti sono dei realizzatori fenomenali, in grado di trovare diverse soluzioni all'interno dell'area, sia di piede che di testa, di potenza e a giro, magari qualche volta con un pallonetto; preferiscono giocare negli spazi, ma sanno anche battagliare utilizzando il fisico contro delle difese schierate. Giocatori completi, che anche se in maniera diversa spostano gli equilibri nei rispettivi contesti in cui si trovano.
Certo, lo spagnolo è un giocatore più tendente al gioco nello stretto, fondamentale in cui a dire il vero l'italiano non eccelle. In generale, le prime partite del Chelsea hanno evidenziato uno stato di forma mostruoso dell'ex Juventus, che ormai è giunto al punto della carriera in cui è obbligato a trovare il salto di qualità ed ha trovato già due gol e due assist, giocando poco più di 200'. Ha un po' più di tempo invece il Gallo, per cui nessuno se l'è sentita di investire i 100 milioni richiesti dal Torino per il suo acquisto: il mercato gli chiede una riconferma dopo le rampanti prestazioni dell'anno scorso e lui ha già risposto con un eurogol nella seconda giornata contro il Sassuolo.
La maggiore tecnica dell'iberico è comunque da confrontare con un'intensità sia fisica che agonistica, quella dell'attaccante del Toro, che probabilmente lui non raggiungerà mai, nonostante sia ufficialmente 8 centimetri più alto. L'esuberanza atletica e mentale dell'ex Palermo ha più volte compensato i suoi limiti, mentre talvolta nonostante le doti tecniche essenzialmente superiori troppe volte el Ariete si è rivelato un elemento poco concreto, tendente ad isolarsi dalla manovra specie se non schierato nel ruolo di punta di riferimento per tutta la squadra. Questo aspetto avrà un peso importante anche oggi: con una prestazione del genere il numero 9 dei Blues non potrà scardinare mai la difesa nostrana, mentre, utilizzando tutte quelle energie che ha già dimostrato di avere, il torinista potrà sorprendere. In un certo senso, questa è anche un'immagine della partita: con il campo a favore, è chiaro che la Roja sia favorita, ma si parte comunque da 0-0.
Manca sempre meno al calcio d'inizio di Spagna-Italia e la nostra netta sensazione è che tanto passerà anche dai piedi dei centravanti. In un sistema molto più tecnico, Morata potrà contare sicuramente su un appoggio costante alla manovra, ma dovrà sapersi anche muovere negli spazi stretti visto che, in fase di non possesso, probabilmente la squadra avversaria schiererà due linee da quattro uomini difficilmente superabili. Dall'altro lato in contropiede, appoggiandosi anche sul reparto di compagno Immobile, sicuramente Belotti troverà delle piccole aperture, ma anche una coppia di avversari come Piqué e Sergio Ramos, che nelle partite che contano non deludono quasi mai. Sarà il campo a dirci chi la spunterà: Ariete o Gallo?