Per diventare davvero imperatore d'Europa a Carlo Ancelotti mancava solo la Germania, dopo aver vinto in Italia, Inghilterra, Francia e Spagna. Detto, fatto, il Bayern Monaco del post Guardiola è ripartito con convinzione da lui, dopo che anche il Milan aveva tentato di fargli terminare l'anno sabbatico che si era concesso con anticipo. Galliani non ci è riuscito, la Baviera, invece, ha avuto una sorte migliore con il suo tentativo. Ora Carletto ha l'obbligo di provare a vincere quella Champions League sempre sfumata con Guardiola alla guida del club.
Parlando con la Gazzetta dello Sport Ancelotti racconta di come si stia godendo la sua avventura tedesca: "In Germania l'impatto è stato eccezionale. Mi sono trovato bene fin dal primo giorno. Se non fosse per la lingua, che proprio non mi entra in testa, sarebbe tutto perfetto. Mi hanno accolto alla grande, la squadra gioca bene e vince, siamo primi in classifica, che cosa si può chiedere di più? La Champions? Calma, calma... Adesso abbiamo superato il girone, siamo agli ottavi... Un passo alla volta, i miei genitori mi hanno insegnato che per raggiungere gli obiettivi non si deve mica correre: si va con il proprio ritmo, senza esagerare."
A proposito di Europa, l'urna ha detto Arsenal: "Non conosco squadre deboli che arrivano agli ottavi di Champions. Se si vuole conquistare il trofeo, bisogna avere la forza di affrontare, senza paure, tutti gli ostacoli. E vi assicuro che il mio Bayern è pronto. E poi si a come vanno queste cose... Si deve essere in forma in un periodo preciso dell’anno, cioè all’ inizio di marzo. E, soprattutto, si deve sperare di non avere giocatori infortunati. La differenza, spesso, sta in un dettaglio."
Simpatico paragone finale fra la Baviera e la sua Emilia: "La città è stupenda, non troppo piccola e non troppo grande. E poi c’è ordine, c’è pulizia. Sembra di stare in un giardino. Ovunque si avverte questo desiderio di organizzazione che dovrebbe essere alla base di ogni società. La Baviera, da questo punto di vista, è davvero incredibile. Io vengo dall’Emilia, la terra che ha fatto convivere Peppone e Don Camillo, il Diavolo e l’Acquasanta, sono molto legato alle mie origini, mi porto dentro quello spirito di fratellanza e solidarietà che si respira dalle mie parti. Ma vi assicuro che in Baviera ho trovato gli stessi principi, lo stesso senso della comunità."