L'ha voluto, l'ha recuperato a ogni costo, l'ha mandato in campo, l'ha ammirato e poi l'ha ringraziato. Dev'essere andata più o meno così tra Pizzi e Alexis Sanchez, e il finale della storia è stato il più dolce che si potesse immaginare: il Cile è riuscito infatti a rimontare il gol di Cavani vincendo per 3-1 contro l'Uruguay, grazie al pari di Vargas e alla doppietta della star dell'Arsenal nel secondo tempo, portandosi così al terzo posto nel girone CONMEBOL di qualificazione a Russia 2018, andando a -3 dalla Celeste, sempre seconda.
LE SCELTE - Oltre al recupero del Nino Maravilla, la Roja manda in campo anche Vidal in condizioni precarie, mentre lo squalificato Aranguiz viene sostituito da Hernandez e non da Gutierrez. La risposta di Tabarez consiste nel solito 4-4-2, con l'inserimento di Vecino a centrocampo, ma soprattutto il recupero di Cavani, di nuovo in avanti al fianco di Luis Suarez.
SOLO URUGUAY - La coppia magica fa subito sfracelli e la difesa cilena sembra già in ginocchio di fronte allo strapotere: dopo poco più di un minuto, il Pistolero corre in contropiede per poi appoggiare lateralmente al Matador, il cui tiro basso e centrale vien respinto da Bravo, poi Gonzalez non riesce nel capitalizzare sulla respinta. Poco dopo, di nuovo: sponda di Suarez su lancio di Coates per Cavani che calcia alto dal limite. Due ne può sbagliare, la terza no: Diaz perde palla sulla trequarti, la difesa è mal posizionata e la punta del PSG di potenza scaraventa in porta lo 0-1, poco dopo che Carlos Sanchez ci aveva provato da fuori, sfiorando il palo.
SI VEDE IL CILE - Subito lo svantaggio, la Roja si raccoglie e decide di iniziare a giocare, nonostante dietro rischi comunque in maniera eccessiva, tanto che Cavani richiede un legittimo rigore per fallo su Bravo (in foto), non concesso dall'arbitro paraguayano Caceres. Gli strappi di Sanchez sono l'unico appiglio per creare occasioni, viste le maglie strette della retroguardia Celeste e l'eccellente organizzazione difensiva di Tabarez. Si scaldano piuttosto presto anche gli animi, diversi musi duri e contrasti non di certo morbidi (piovono cartellini più o meno ovunque), ma in mezzo ci sono anche le occasioni: Isla in diagonale sfiora il palo, poi Gonzalez incorna centralmente su assist di Suarez. Nel recupero il gol arriva, ed è il pareggio cileno: Vargas viene abbandonato in mezzo all'area dai due centrali ed è un gioco da ragazzi incornare l'1-1 e mandare le squadre negli spogliatoi in parità.
LAMPO NELLA NOTTE - Il ristabilito equilibrio del punteggio non scuote in particolar modo il Cile, sempre abbastanza sterile, se non per i soliti spunti individuali del proprio numero sette, mentre l'Uruguay è costantemente pericoloso ogni volta che i due tenori in avanti riescono a combinare, mandando in crisi uno Jara che la mette più sul fisico e sulla provocazione, con risultati comunque rivedibili. Pizzi trema e deve togliere un Vidal esausto, ma all'ora di gioco arriva Sanchez a togliere le castagne dal fuoco: calcia dal limite in maniera del tutto inattesa dopo un paio di finte, trafiggendo sul primo palo un Muslera decisamente rivedibile.
BOTTA SENZA RISPOSTA - Dopo il vantaggio dei padroni di casa, la partita cambia e prende la direzione della Roja, decisamente più sicura di sé stessa e in grado di pungere ancora, al 76', con la propria vespa più pericolosa: Sanchez scappa a Maxi Pereira, controlla il lancio lungo e resiste al contatto fisico di Arevalo Rios e Coates, gelando Muslera col mancino. Immediata la replica al 3-1, un tiro-cross di Lodeiro - subentrato insieme a Gaston Ramirez - che Bravo toglie dall'incrocio dei pali. Nel finale, a un minuto dal termine, l'Uruguay avrebbe anche la ghiottissima occasione dal dischetto, per un fallo netto proprio dell'estremo difensore cileno su Loreiro, ma Suarez si fa ipnotizzare dall'ex compagno di squadra: Bravo si tuffa infatti sulla propria sinistra e neutralizza l'occasione.
A parte qualche sprazzo di nervosismo, succede ben poco nel tempo di recupero: il Cile può festeggiare una vittoria prestigiosa e importante in termini di classifica, salendo così al terzo posto, alla pari con l'Ecuador, un punto sopra il quinto posto dell'Argentina (valevole per lo spareggio) e due sopra la Colombia, prima delle escluse. Resta tranquilla al secondo posto la Celeste, a quota 23, contro i 20 della Roja. E il Brasile, a 27, se ne va via...