L'Italia di Ventura cresce, riparte da certezze costruite nella miglior occasione possibile per farlo, la trasferta sul campo del Liechtenstein. L'avversario si dimostra ammaestrabile in poco tempo, precisamente in 45 minuti, nelle quali arrivano quattro reti che lasciano ben sperare per una ripresa rivelatasi poi non all'altezza della frazione di apertura. Il bilancio risulta globalmente in attivo però sul taccuino di Giampiero Ventura, sia per l'atteggiamento e l'approccio che per i primi tratti di efficacia del 4-4-2 puro all'esordio azzurro, per l'occasione in bianco.
Il maggiore rischio a cui l'Italia andava incontro era quello di prendere l'impegno sotto gamba, di dare la partita come già vinta, incontrando magari difficoltà già riscontrate in partite contro compagini di rango decisamente inferiore, basti ricordare quanto accaduto contro Malta poco più di un anno fa: uno striminzito 1-0 ottenuto al 69' grazie a un gol peraltro irregolare. Questa volta gli azzurri sono stati invece più lucidi da subito, attaccando con dedizione e voglia di ottenere il miglior risultato possibile, e in questo senso le parole del CT e di Buffon alla vigilia risuonano come un messaggio vincente: la priorità era portare a casa i tre punti, poi farlo con tanti gol.
Ne sono arrivati quattro, un numero non sufficiente per agganciare la differenza reti della Spagna (+14, contro il +7 degli azzurri), ma il risultato, maturato interamente nel primo tempo, lascia un'importante eredità agli azzurri sotto il profilo della mentalità positiva. Un'Italia arrembante sin dalle prime battute, capace di costruirsi un dominio territoriale forse scontato da conquistare, ma reso presto efficace. Grande merito va anche ad Andrea Belotti, autore di una doppietta che lo pone nella posizione di untouchable, insieme ad un altro gruppo di pochi eletti, tra i quali aspira ad entrare anche Immobile, partner ideale in avanti.
Il 4-4-2 composto da Ventura riscuote consensi e successo, ma soprattutto traccia una prima linea di separazione dalla precedente gestione, congiuntamente al corso giovane che sta sempre più prendendo piede. Ieri sera l'età media è stata di 27 anni, ma con un alto numero di giovani in panchina. I vecchi sono comunque elementi imprescindibili per la Nazionale, tanto che in una ripresa piuttosto spenta sono stati loro a cercare di sospingere al nuovo arrembaggio.
Gli azzurri si preparano ora a voltare pagina, la contesa a San Siro con la Germania chiude il 2016 delle Nazionali, le quali si rivedranno poi a Marzo. Una lunga pausa forse penalizzante per il Commissario Tecnico, visto che tra quattro mesi potrebbe trovarsi di fronte a scelte totalmente differenti. A quel punto sarà anche una questione di personalità.