La festa è tutta Verdolaga: all'Atanasio Girardot di Medellìn sono i padroni di casa dell'Atletico Nacional a indossare la corona di Regina del Sud America, alzando al cielo la Copa Libertatores edizione 2016, la seconda della storia dopo quella del 1989. Cade, a un passo dal traguardo, l'incredibile Independiente del Valle, sconfitto per 1-0 nel match decisivo dopo l'1-1 dell'andata che aveva lasciata aperta ogni porta, ma alla fine è la più forte a prevalere. Non basta il rientro-lampo di Julio Angulo, protagonista di una partita in chiaroscuro come tutti i suoi compagni, ombreggiati dai trionfatori, dai probabilmente più meritevoli se si valuta lungo tutto l'arco della competizione.

Nella bolgia bianco-verde sono i padroni di casa ad approcciare la gara nel migliore dei modi, visto che dopo neanche 20 secondi l'uomo copertina Borja (5 gol nelle ultime 4 partite) ha il pallone dell'1-0, davanti al portiere dopo aver bruciato Mina, ma non la freddezza per piazzare, preferendo la potenza e non inquadrando lo specchio. La sorte è però benevola con il puntero col 23 giustiziere del San Paolo e gli regala al 9' l'occasione per rifarsi: Torres pennella una punizione che il palo aggiusta sul destro dell'ex Livorno, reattivo all'altezza del dischetto a incrociare di destro e bucare Azcona, già messo fuori causa anche da un liscio di Mina sulla prima traiettoria della palla. Con l'ago della bilancia indirizzato dalla propria, l'Atletico rallenta il passo incrementando il fraseggio e gestendo il ritmo a proprio piacimento, frenandosi più del necessario e generando solo due conclusioni dalla distanza con l'intraprendente e impreciso Bocanegra.

Bisogna aspettare la mezz'ora per rivedere qualche offensiva interessante sempre della Verdolaga, che fa passare agli avversari cinque minuti di inferno con una serie di giocate di talento e concretezza, ma senza finalizzare: aprono con un ottimo triangolo Borja e Marlos Moreno, il secondo è però poco freddo e in mezzo all'area manca l'appuntamento con la sfera, così come il primo, un paio di minuti dopo, manca quello con il gol, ancora solo di fronte ad Azcona ma questa volta recuperato da Mina. In mezzo anche un destro splendido di Macnelly Torres respinto da Azcona (con qualche recriminazione per atterramento di Berrio in area) e una fuga sulla linea di fondo di Moreno, aperta da un preziosismo e chiusa dai guantoni del portiere dell'Inde

Con le acque verdi più chete è José Angulo che prova a suonare la prima carica della serata per i suoi, solo all'alba del 36': combinazione efficace con Sornoza capitalizzaza male dal Tin, con un sinistro destinato non di molto sul fondo. L'assist del 10 è una delle poche giocate riuscite in un primo tempo che lo vede un po' troppo nervoso, tant'è che dopo l'intervallo Repetto decide di lasciarlo negli spogliatoi, preferendogli Uchuari: l'inizio di partita del nuovo entrato è straripante e condito da un sombrero delizioso in piena area su Bocanegra, che non porta però a una conclusione visto l'intervento rischiosissimo di Henriquez, forse anche con un mezzo fallo comunque non ravvisato da Pitana. La risposta non si fa attendere, Moreno rifinisce per Berrìo che in piena area vede il suo diagonale mancino sfiorare solo il palo.

La partita torna a stabilirsi sul solito leitmotiv, partendo da Borja che decide di graziare nuovamente gli avversari all'ora di gioco, ancora nelle più favorevoli condizioni per calciare, stavolta allargando troppo. Non migliora la situazione col passare dei minuti, la difesa dell'Inde troppe volte concede spazi e si trova fuori posizione e la fiammata iniziale sembra sempre più frutto di episodi che di sostanza di campo. Eppure in qualche modo la formazione dell'Ecuador resta a galla, sfruttando anche la poca precisione di testa di Moreno, che in anticipo rischia di beffare Azcona ma non inquadra lo specchio; il capitano e portiere si fa perdonare il passaggio a vuoto con una parata felina sul destro incrociato di Borja al quarto d'ora dal termine, distendendosi sulla sua destra.

La girandola di cambi da entrambe le parti non riesce a spostare particolari equilibri, complice il solito sicuro possesso che non permette all'Independiente del Valle di governare la palla come desidererebbe, ovvero a ritmi altissimi e in velocità. Lunghi possessi e null'altro, fino alla fine del quarto minuto di recupero, che sancisce la fine del match e la vittoria dell'Atletico Nacional, incoronato meritatamente campione al termine di una partita, l'ennesima, dominata. La favola Inde chiude una pagina della propria storia, determina la fine di un ciclo, senza la Copa ma a testa sicuramente alta; discorso simile per la Verdolaga, che si prepara a smantellare, ma intanto al cielo può alzare il trofeo più prestigioso del Sudamerica. E prenota l'aereo per il Mondiale per Club in Giappone di dicembre.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]