Due gol e un assist. O meglio, un assist al bacio e due gol da giocatore fenomenale: un tacco volante e un colpo di testa con quell'elevazione che solo lui ha, quella che gli permette di rimanere sospeso in aria mentre gli altri tornano giù per la forza di gravità. Si può decisamente dire che Cristiano Ronaldo ha risposto da campione ai critici, a quelli che dicevano che in Nazionale non è lo stesso, che ne sminuivano il valore nel duello con l'eterno rivale Messi, che dall'altra parte del mondo sembra finalmente riuscire a prendersi la gloria anche con la sua Argentina, trascinata in finale a suon di gol e record, dopo che ha superato Batistuta, diventando il miglior marcatore di sempre della nazionale albiceleste.
Un inizio difficile per CR7, in questo Europeo: a secco nelle prime due, per molti addirittura un fattore negativo contro l'Austria, visti i gol sbagliati e quel rigore calciato sul palo. Tanti sorrisi nervosi, un continuo polemizzare con gli arbitri. E, in mattinata, quel gesto poco carino nei confronti del giornalista portoghese che gli chiedeva se fosse pronto per la gara con l'Ungheria, con il microfono strappatogli dalle mani e lanciato nel lago lì vicino.
Qualcuno aveva pensato che non ci fosse proprio con la testa, che questo Portogallo-Ungheria potesse essere l'epilogo di un deludente Europeo, l'addio al sogno di un ennesimo pallone d'oro. Come se Cristiano avesse bisogno di dimostrare qualcosa, dall'alto di una miriade di record e di un bagaglio tecnico tanto completo da far paura, dall'alto di quattro Europei consecutivi in gol. Chissà se chi critica questo fenomeno lo sa, che non ci era riuscito mai nessuno.
Portogallo-Ungheria è stata un continuo saliscendi per il capitano lusitano e i suoi compagni. Tre volte sotto e tre volte a rimediare. "Tre volte fuori e tre volte dentro l'Europeo", come lo stesso Cristiano ha fatto notare a fine gara. Certo, dopo queste tre gare potremmo smetterla di definire l'Ungheria come una squadra modesta, ma l'incapacità di tenere 3 volte il risultato contro i magiari pone un interrogativo: siamo sicuri che non sia il Portogallo a non essere all'altezza di CR7? Già, perchè pensare che un uomo da 549 gol in carriera non sia all'altezza di giocare un Europeo ai massimi livelli sembra oggettivamente una bestemmia.
Difficile rispondere a questa domanda. Il Portogallo è da sempre quella nazionale a cui manca un centesimo per fare un soldo, come si potrebbe dire usando i detti popolari. Tanta qualità ma poca praticità. Oggi fatica a fare gol (quante volte si è detto di quell'assenza cronica di un finalizzatore?), la volta dopo fare gol non è un problema, ma è la difesa a vanificare tutto, prendendo 3 gol dall'Ungheria. Come se Pepe e Carvalho non avessero abbastanza capacità ed esperienza per limitare i vari Szalai e Dzsudzsak. Eppure, in un girone sulla carta abbordabile, ma poi resosi complicatissimo, sono bastati tre pareggi per passare agli ottavi, da terzi e con una fatica immensa. Ma è il momento di voltare pagina: il Portogallo è nella parte del tabellone "buona", quella povera di big. Quel terzo posto non è stato una catastrofe così grande. Può cominciare un nuovo Europeo, per la nazionale eterna incompiuta e per il suo fenomeno, alla ricerca della gloria anche nelle vesti di leader dei lusitani. E contro i forti croati può essere l'inizio di un nuovo torneo. L'uomo da 549 gol è pronto, con altre magie nel cilindro.