Un vecchio adagio calcistico dice: squadra che vince non si cambia. E' questa la filosofia che sembra voler perseguire Antonio Conte, nel tentativo di dare continuità alla convincente vittoria contro il Belgio. Filosofia messa in dubbio da un solo fattore: quell'infortunio alla mano di Graziano Pellè che ha creato un minimo di apprensione, vista la seduta a parte dei giorni successivi alla vittoria contro i diavoli rossi belgi. Ma, come anche in partita, il bomber salentino non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro, e ieri è tornato ad allenarsi in gruppo. Sarà lui il totem offensivo degli azzurri, la nostra risposta al mago Zlatan. E c'è poco da scherzare, perchè la filosofia di questo gruppo è proprio questa: tanto lavoro e mentalità vincente, mai sentirsi inferiori a nessuno. Ecco perchè l'attaccante di Galatina non avrà paura di confrontarsi con Ibra.

Di fianco a lui confermato Eder, anche lui ottimo contro il Belgio. Si è molto discusso sull'opportunità di lanciare lo scalpitante Zaza, ma la partita contro il Belgio ha spiegato perchè Conte insista su questa coppia: i due si trovano a memoria, il lavoro dell'uno si incastra perfettamente con quello dell'altro. Pellè fondamentale nel far valere il fisico contendendo ogni pallone ai difensori avversari, Eder bravo a girargli attorno e ad assisterlo, se necessario. Immobile e Zaza come carte da giocare in corso, con la mina vagante Insigne per sparigliare il mazzo.

Confermata anche la retroguardia juventina, una sicurezza nella partita d'esordio e che avrà il compito, forse, più difficile nel match contro gli svedesi: quello di limitare Ibrahimovic, per molti l'unico vero pericolo tra gli scandinavi. Magari ci proverà Giorgio Chiellini, uno che con Ibra non è che ci andrebbe volentieri a cena. Rimane nella memoria un ruvido duello in un vecchio derby d'Italia, con rissa sfiorata nel finale. Nella sua autobiografia Ibra disse che il difensore azzurro se la fece sotto, dopo che in partita lo aveva colpito con un tackle da dietro, "da codardo" secondo Zlatan. Sarà, ma siamo pronti a scommettere che il difensore toscano sarà pronto a lottare ancora con lui, senza abbassare la testa. 

Un minimo di turnover è comunque atteso: Darmian è stato, forse, l'unica nota dolente all'esordio. Fuori condizione (che non abbia ancora smaltito l'infortunio in maglia United?) e spesso impreciso, De Sciglio potrebbe soffiargli la corsia sinistra, dopo il convincente finale di stagione e l'ottimo ingresso in campo contro il Belgio. In regia De Rossi vicino a vincere il secondo ballottaggio con Thiago Motta. Ai lati del romanista difficile togliere il sorprendente Giaccherini dell'esordio. Conte potrebbe lanciare lo scalpitante Florenzi al posto di Parolo. Ma, al di là degli 11, è importante che rimanga invariato un solo fattore: l'atteggiamento messo in campo contro il Belgio. Quella rabbia, quella fame, quell'umiltà. Anche contro i modesti svedesi. Perchè c'è un ottavo di finale che ci aspetta già.