Non si è lasciata particolarmente attendere la prima sorpresa della Copa America Centenario, che nella notte ha visto cadere la prima big: è l'Uruguay, campione non più tardi di cinque anni fa, a salutare la competizione continentale addirittura con una giornata d'anticipo, sconfitto clamorosamente (ma non troppo) per 1-0 da un Venezuela solidissimo, ben messo in campo e abile nello sfruttare al meglio gli spazi concessi dagli avversari. La rete decisiva la firma Salomon Rondon, un semplice appoggio da pochi passi che vale l'esplosione di gioia di un popolo e di una squadra che l'anno scorso ha rischiato di eliminare il Brasile, sempre ai gironi. Oltre all'impresa Vinotinto, c'è anche un tassello in più nel mosaico della gara: il caso Suarez, seduto in panchina ma risultante non a disposizione sulla distinta, nonostante la divisa indosso e il riscaldamento per qualche minuto coi compagni.

Pistolero o meno, la Celeste riesce comunque da subito ad imporre il proprio gioco fisico, aggressivo e di conseguenza ricco di contatti: ne beneficia l'intensità della gara, ma non altrettanto la spettacolarità. Basti pensare che per poter vedere un tiro in porta bisogna aspettare il 35' minuto, un innocuo colpo di testa di Vizcarrondo peraltro. La prima occasione degna di nota arriva in realtà al quarto d'ora, ma Cavani rimedia una figuraccia non da lui lisciando clamorosamente la palla in area e graziando il Venezuela, in campo con un 4-4-2 ordinato e che permette di coprire adeguatamente tutte le zone del campo, con spazio per la fantasia di Penaranda, titolare un po' a sorpresa dopo la panchina della prima partita. Dudamel perde però uno dei suoi uomini chiave intorno pochi minuti dopo il fischio d'inizio: il terzino destro tutto motore del Malaga Roberto Rosales, che rimedia una botta in un contrasto molto duro e si vede costretto a lasciare il campo.

Proprio da quella fascia destra, lasciata vuota dall'ex Twente, viene propiziato il gol del vantaggio Vinotinto: Guerra da centrocampo alza la testa e vede Muslera posizionato malissimo, tenta dunque di batterlo con un fendente che il portiere uruguagio riesce a deviare quanto basta sulla traversa, senza poter però nulla sul tap-in di Rondon, ancora una volta al posto giusto nel momento giusto. Già in precedenza il puntero del WBA si era reso pericoloso, trovando un ottimo contrasto di Gimenez in piena area a ostacolargli il tiro. Anche l'Uruguay aveva però avuto la palla del possibile vantaggio, ancora sui piedi di un irriconoscibile Cavani, capace di sbagliare un appoggio da pochi passi su una punizione di Ramirez terminata poi sul palo esterno. 

La solfa non cambia a inizio ripresa, la mancanza di cinismo sotto porta della Celeste è decisamente un fattore condizionante in negativo nella gara, una tendenza confermata da Stuani che al 53' in mezzo all'area, a seguito di un corner, riesce sì a controllare un pallone non impossibile girandosi anche prontamente sul sinistro, ma sparando poi a salve sopra la traversa. Al giro di boa della ripresa è il Venezuela ad avere una palla d'oro con un positivo Penaranda, lanciato davanti a Muslera, il quale è bravo a rimanere in piedi e a ipnotizzare il talentino del Granada parandogli il tiro col piede. Il duello sembra riproporsi a un quarto d'ora dal termine, ma il 18 stavolta sceglie il passaggio in orizzontale per l'accorrente Rondon, chiuso dalla difesa.

Per i dieci minuti finali i due CT danno sfogo alle proprie panchine, andando alla caccia di forze fresche e maggior lucidità, calata enormemente col passare del tempo; non ne giova però particolarmente l'attacco di Tabarez, con un nervoso Suarez bloccato in panchina. Lanci lunghi e cross abbastanza velleitari contro l'ottimo posizionamento difensivo venezuelano sono pane per le uscite di Dani Hernandez, che la vede però bruttissima a un minuto esatto dal 90', ma viene clamorosamente graziato da Cavani: il Matador in area si libera e va a botta sicura con l'interno all'altezza del dischetto, non trovando nemmeno lo specchio della porta. Il portiere del Tenerife è invece pronto nel primo dei quattro minuti di recupero ad opporsi in uscita bassa ancora sulla punta del PSG, salvando una partita che Otero a 30 secondi dal termine non riesce a chiudere: con Muslera incursore nell'area opposta, la porta resta sguarnita, ma il destro del 10 Vinotinto sfila di pochissimo a lato del palo.

Non resta più tempo per un ultimo assalto uruguagio, la partita finisce ancora con Otero che si porta in giro un paio di difensori avversari nel tentativo di riprendersi l'occasione precedentemente sciupata, comunque infinfluente ai fini della qualificazione. Il Venezuela si giocherà col Messico il primo posto nel girone: chi arriva secondo rischia l'Argentina, chi primo molto probabilmente il Cile. Sulla strada verso East Rutherford, però, c'è un corridore in meno: saranno mesi di riflessioni intense per la Celeste, chiamata presto a un riscatto, continuando sulla buona strada intrapresa per le qualificazioni mondiali. Possibilmente, con un Suarez in più.