A guardare il Gruppo A della Copa America Centenario si potrebbe pensare di trovarsi davanti al classico girone senza big: non c'è il Brasile, nè l'Argentina, nè l'Uruguay, nè il Cile campione in carica. Ci sarebbe la Colombia, però: si è detto spesso, negli ultimi anni, che quella dei Cafeteros è la selecciòn più forte dal Mondiale americano del '94. Una generazione capace di sfornare talenti come James Rodriguez, Guarin, Jackson Martinez, Falcao, sembrava destinata a recitare un ruolo da protagonista. Niente di tutto ciò. Intendiamoci, figure dignitosissime, sia al Mondiale brasiliano (eliminazione ai quarti contro il Brasile, 1-2), sia nell'ultima Copa in terra cilena (ancora fuori ai quarti, soltanto ai rigori, contro l'Argentina finalista). Nel frattempo Guarin e Martinez sono finiti a svernare in Cina, Falcao ha scaldato la panchina di Stamford Bridge e James Rodriguez è reduce dalla peggior stagione della sua ancor giovane carriera. Sembrerebbe una nazionale in declino. Per questo El Profe Pekerman ha deciso di dare il via all'operazione di ringiovanimento: via la vecchia guardia e dentro i nuovi e interessantissimi talenti, da Marlos Moreno, che in casa Atletico Nacional paragonano ad Asprilla, fino a Cardona, trequartista da 18 gol nel campionato messicano, tra le fila del Monterrey. Dietro, a far coppia col milanista Zapata, l'interista Murillo, miglior giovane dell'ultima edizione e atteso alla Copa della consacrazione. Chi rimane della vecchia guardia? James Rodriguez, ovviamente, chiamato a  risplendere come nelle notti brasiliane, e Juan Cuadrado, reduce da una più che discreta stagione in maglia bianconera. In attacco è la grande occasione per Carlos Bacca, che dopo gli alti e bassi rossoneri, può approfittare dell'assenza dei vari Teo Gutierrez, Falcao e Jackson Martinez, per prendersi la scena.

Ma il Gruppo A è il classico gruppo di ferro. I Cafeteros incontreranno anche gli Usa, che faranno gli onori di casa di questa edizione speciale della Copa. Negli States ci sperano, di prendersi la scena anche in quel soccer di cui si sono innamorati così tardi. In panchina l'ex interista Klinsmann, che è andato in direzione opposta rispetto al collega Pekerman: si punta sulla vecchia guardia, c'è bisogno di gente navigata contro le forti selezioni sudamericane. Quindi dentro l'intramontabile Clint Dempsey, l'ex Roma Bradley e Jermaine Jones, pallino di Klinsmann e cosiddetto centrocampista dalla doppia fase, reduce dall'ottima stagione in Mls con i Colorado Rapids, condita da gol e assist. La linea verde è comunque presente: c'è Bobby Wood, reduce da 17 gol nella B tedesca con l'Union Berlin, e soprattutto il talentino di casa Borussia Dortmund Pulisic, appena 17enne.

La Costa Rica è reduce da un Mondiale a dir poco sorprendente, e ce la ricordiamo bene: Italia battuta ed eliminata nella fase a girone, e poi via fino ai quarti di finale, sconfitta dall'Olanda, ma soltanto dagli 11 metri. La squadra è più o meno la stessa, ma con un paio di defezioni: potrebbe mancare il portierone campione d'Europa Keylor Navas, afflitto da tendinopatia, e mancherà sicuramente il rosanero Giancarlo Gonzalez, che il ct Oscar Ramirez ha deciso di lasciare a casa. Ci saranno comunque Bryan Ruiz, eccellente al Mondiale, e il talento di casa Arsenal Joel Campbell, reduce da una stagione di crescita, seppur non certamente all'insegna della continuità. Basterà a bissare il miracolo brasiliano?

Infine il Paraguay, che sembrerebbe quasi il fanalino di coda del gruppo, ma che ad ogni edizione della Copa è sempre lì, a dar fastidio a tutti e a lottare fino alla fine. Come nell'ultima edizione, conclusasi con un'ottima semifinale. Per mister Ramon Diaz sarà la prima volta senza il totem Santa Cruz, ma poteva andare decisamente peggio: a rimpiazzarlo ci sarà Tonny Sanabria, classe '96, ma 11 gol nell'ultima Liga con la maglia dello Sporting Gijon. Cartellino di proprietà della Roma che lo osserverà con attenzione. Un discreto biglietto da visita. Occhio anche a Derlis Gonzalez, messosi in luce con il Basilea di Paulo Sousa nella Champions di due stagioni fa e adesso alla Dinamo Kiev. Con loro, in avanti, Lezcano e Iturbe: il primo atteso alla definitiva consacrazione dopo le 4 reti nelle qualificazioni mondiali, il secondo a tornare ai fasti di Verona, dopo l'ultima, inbarazzante stagione, tra Roma e Bournemouth.