Il triangolo no, in Argentina proprio non lo avevano messo in considerazione, forti dell'investitura arrivata per bocca di Leo Messi nei confronti di Paulo Dybala. Sembrava infatti certa la convocazione della Joya juventina nella spedizione albiceleste alla prossima Copa America, quella del Centenario ed invece, Gerardo Martino, ha sorpreso ancora una volta tutti. Sarà infatti Ezequiel Lavezzi, ex Napoli e Paris Saint Germain a partire con Higuain e compagni alla volta degli States, con al seguito il polverone che si porterà indietro la Seleccion.
Scelta 'di cameratismo', per modo di dire, che probabilmente verrà mascherata dietro l'opportunità di sfruttare (negata successivamente di diritto dalla Juventus), così come i cugini rivali brasiliani per Neymar, l'Olimpiade per mettere in mostra le doti del mancino argentino, alle prime apparizioni con la maglia della Nazionale. Vero, ovviamente solo in parte, perché se è vero che Lavezzi è parte integrante e fondamenta del gruppo che da tempo prova a raggiungere i propri obiettivi, è altrettanto indubbio che dopo la stagione disputata da Dybala era impossibile farne a meno. Invece Martino sì, inimicandosi tutto e tutti, ha guardato dritto per la sua strada, preferendo ed accettando di alzare il polverone soltanto adesso nella speranza che i buoni risultati tengano a bada stampa e non solo. Gran parte dell'opinione popolare, infatti, spingeva per la convocazione dell'ex Palermo, che si sarebbe incastrato alla perfezione negli schemi e nella duttilità tattica e tecnica del tridente o del quartetto d'attacco.
Tuttavia, e con ogni probabilità sarà l'appiglio al quale non riccorrà Martino perché non potrà dirlo pubblicamente, l'ingombrante presenza di Dybala in rosa, e soprattutto in panchina, avrebbero potuto mettere in difficoltà il tecnico qualora, a manifestazione in corslo, la necessità di ricorrere alle qualità di Dybala sarebbe stata troppo pesante da sostenere. Martino ha preferito, quindi, scaricare fin da subito il barile, tenendosi in panchina un giocatore che la accetterà di buon grado, provando a fare quadrato sulla squadra e puntando forte sullo zoccolo duro dello spogliatoio, sperando che in America tutto vada per il verso giusto.
Lungimiranza o scelleratezza? Ai posteri l'ardua sentenza.