La Juventus arriva alla sfida di domani sera col City dopo aver collezionato 1 punto in 3 partite, quindi non esattamente col morale a mille per affrontare una delle squadre più in forma del panorama europeo. I citizens infatti hanno collezionato la bellezza di 15 punti in 5 partite, segnando 11 gol e subendone zero. Diamo un'occhiata più da vicino alla corazzata di Pellegrini.
Sergio Aguero, un nome su tutti. Non servono molte parole per descrivere questo fantastico attaccante, basta guardare i suoi numeri, 26 centri la scorsa stagione e titolo di capocannoniere in tasca. Goal che però non sono bastati al City per vincere il titolo, andato al Chelsea di Mourinho. Il City è reduce da un sessione di mercato faraonica, solo per tre giocatori infatti sono stati spesi 181 milioni: De Bruyne (74 mln), Sterling (62.50) e Otamendi (44.60). Cifre da capogiro, che in Italia possiamo solamente sognare (probabilmente ancora per molto) ma che fanno capire l’ambiziosità del nuovo progetto della società, ripartire da giovani promettenti e magari con esperienza alle spalle. Sia chiaro, i 62 milioni per Sterling (classe ’94) non sembrano per nulla giustificati, soprattutto alla luce di ciò che ha dimostrato a Liverpool nelle ultime tre stagioni (129 presenze e 23 gol). Ragazzo ancora acerbo e molto spesso indolente, certo, pieno di talento ma ha ancora tutto da dimostrare. Discorso diverso per Kevin De Bruyne, trequartista classe 91 proveniente dal Wolfsburg, squadra nella quale ha militato per tre stagioni, collezionando 73 presenze e 20 gol. Il belga viene da una stagione esaltante in Bundes, ha messo a segno 16 gol e si è confermato come uno dei migliori interpreti a livello eurpeo del suo ruolo, certo che però 74 milioni per questo ragazzo sembrano veramente tanti…
Gli ultimi arrivati devono essere aggiunti ad una rosa che, per qualità e profondità, è sulla carta fra le prime 5 in Europa. In difesa Kompany e Demichelis costituiscono una coppia centrale molto rocciosa e difficile da superare (zero gol subiti nelle prime cinque di campionato), inoltre Mangala e Otamendi sono sostituti di ottimo livello. Sulle fasce Pellegrini dorme sonni tranquilli poiché Zabaleta e Sagna a destra e Kolarov e Clichy a sinistra, forniscono al City la giusta dose di spinta e copertura in tutte le fasi del match, permettendo alla squadra di attaccare con molti uomini, ma anche di avere un ottimo equilibrio in fase difensiva. Il tecnico cileno, nelle ultime due stagioni, ha dato la sua caratteristica impronta alla squadra utilizzando quasi sempre il 4-2-3-1, con un centrocampo fisico ma allo stesso tempo molto tecnico in grado sia di creare gioco che di spezzare quello avversario. Giocatore cardine in mezzo al campo di questo City è stato negli ultimi due anni Yaya Toure, senza dubbio uno dei migliori centrocampisti del mondo. Capace di realizzare nella sola scorsa stagione 10 reti in campionato, giocando davanti alla difesa. L’ivoriano unisce classe ed estro, ad una fisicità ed un atletismo forse senza pari. Caratteristiche che si incastrano a perfezione con quelle di Fernando e Fernandinho, giocatori non solo molto simili nei nomi ma anche in campo. Entrambi abili nel recuperare palloni e nel fare ripartire la manovra, ma con il secondo più portato agli inserimenti rispetto al primo. Senza dubbio la più ampia gamma di opzioni per Pellegrini è sulla linea dei tre trequartisti (o ali più un trequartista, se preferite), ruoli che possono essere interpretati da più giocatori, tutti di un certo livello. Nelle prime quattro di campionato il City si è disposto con Sterling largo a sinsitra, Navas a destra e Silva dietro Aguero. Quattro giocatori non molto fisici ma abilissimi nel saltare l’uomo per andare al tiro o cercare il dai e vai al limite dell’area. Se Sterling a sinistra cercherà molto spesso di rientrare sul suo piede preferito (destro), dall’altra parte Navas sarà più portato a cercare il fondo per il cross che, vista l’assenza di grandi punte centrali, dovrà essere seguito anche da uno dei due centrocampisti. Discorso a parte, va fatto per Silva e Aguero (out per la partita con la Juventus), entrambi dotati di tecnica sopraffina e in grado di risolvere la partita da un momento all’altro. Se il primo si sistemerà tra le linee, aspettando il passaggio giusto per poi mandare in porta i compagni, il secondo galleggerà sempre sulla linea del fuorigioco in attesa dell’imbeccata vincente. Non dimentichiamoci poi dei vari Nasri, Bony e Delph e dei giovani ma molto promettenti Iheanacho (classe 96, in gol ieri contro il Cristal Palace) e Roberts (’97)
Insomma, gli inglesi sono una vera e propria corazzata, che rispetto a 2-3 anni fa, non sembra più essere soltanto un’accozzaglia di giocatori strapagati messi insieme per cercare di vincere qualcosa; ma grazie a Pellegrini è riuscita ad acquisire quell’identità di squadra e gruppo che tanto erano mancate. Tutti ci aspettiamo un grande spettacolo, e visto i giocatori che può vantare il City, siamo sicuri che non mancherà. Ci auguriamo solo che la Juventus possa prenderne parte.