Oltre la sconfitta, per quanto possibile. L'Argentina vive un incubo infinito, dal quale non sembra riuscire a rialzarsi da tempo. Più di vent'anni senza la Copa America, che per la generazione forse migliore del calcio Albiceleste sembra un'onta difficile da dimenticare e soprattutto ingoiare. Lo scorso anno il Mondiale, stavolta la Copa America. Messi non riesce proprio ad alzare un trofeo al cielo, alimentando i dubbi sul valore di un calciatore che quando veste la maglia della Nazionale sembra come Superman a contatto con la criptonite. Ma questa è un'altra storia. 

La storia della partita, invece, parla di una squadra incapace, complice l'infortunio di Di Maria, a scardinare la difesa cilena, che si frappone tra Lavezzi, Aguero e compagni alla porta di un Claudio Bravo quasi mai impegnato per tutto l'arco della gara. Tuttavia Lavezzi, intervistato nel post gara, dimostra ancora tutta la sua fiducia in Leo Messi e crede ancora che la Pulce trascinerà l'Albiceleste ad un successo. 

"Leo vincerà sicuramente con l'Argentina prima o poi. Pensavamo fosse questa l'opportunità dove avremmo portato finalmente la Copa a casa, ma sfortunatamente non è stato cosi. E fa male, molto. Ancora una volta lasciamo con l'amaro in bocca e fa ancor più male perché vedevamo la possibilità davvero vicina stavolta". 

Il Pocho guarda avanti, cercando di dimenticare il prima possibile quest'altra delusione: "Penso che dobbiamo continuare su questa strada. Siamo una grande squadra, anche un grandissimo gruppo. Stiamo solo mancando in quel piccolissimo passo per raggiungere qualche titolo". 

Dopo le parole di Lavezzi, spazio a quelle del Capitano, quello vero, dell'Albiceleste: Javier Mascherano. Anche se la fascia è di Leo Messi il vero uomo simbolo della squadra, che ci mette la faccia sempre e comunque, e che trascina la squadra in campo e nello spogliatoio è sicuramente el Jefecito, arrivato alla terza sconfitta in una finale di 
Copa America. 

Nel descrivere la sconfitta rimediata contro il Cile, il mediano del Barcellona non esita nel parlare di tortura, fisica e mentale: "Non riesco a dire niente, né a descriverla. Spero che in futuro l'Argentina riesca a vincere qualcosa. Sono orgoglioso e fiero di vestire questa maglia, ma ora è tempo di soffrire, perché la delusione è immensa. Parlando con Tevez pensavo alle tre finali di Copa America che ho giocato, tutte e tre perse: non riesco a trovare una spiegazione". 

Le uniche parole positive del Jefecito sono per i tifosi: "Li ringrazio per il supporto che ci hanno dato in tutta la manifestazione, così come un anno fa in Coppa del Mondo. Non siamo riusciti a regalargli la gioia che avremmo voluto. E' una tortura. Un grosso dispiacere, soprattutto per quelli che, dopo la batosta subita contro la Germania, erano tornati in Nazionale con buoni propositi e con rinnovata fiducia".

Infine, a fatica, sulla gara: "Abbiamo fatto una buona Copa America, in finale siamo stati all'altezza del nostro avversario, abbiamo portato la gara dove avremmo voluto, ma senza riuscire a sbloccarla. Ci è mancato un pizzico di fortuna. Non so, forse è il Karma. Purtoppo abbiamo perso, nonostante stiamo facendo le cose per bene, bisogna ingoiare la delusione. Non riesco a pensare al futuro in questo momento".