E' stato l'Europeo Under 21 della Svezia quello appena conclusosi in Repubblica Ceca, di una nazionale partita a fari spenti, tra gli sfavori del pronostico, ma che è stata assoluta protagonista della manifestazione fin dall'inizio: la sorprendente vittoria sull'Italia all'esordio, vista da molti come frutto del caso o della classica giornata in cui ti gira tutto bene, la sconfitta con gli inglesi, ultimi nel gruppo B, e il pareggio, per molti biscottato, contro il Portogallo a chiudere la prima fase.
Alzi la mano chi non ha pensato che gli svedesi si siano trovati in semifinale per caso, ancora lì, ancora da vittime sacrificali, ancora vittime di un pronostico che diceva Danimarca in semifinale e, poi, Portogallo in finale, in una partita che questa volta non avrebbe potuto avere il sapore del biscotto. E invece no, gli svedesi si sono dimostrati duri a morire: prima un 4-1 all'ottima Danimarca vista nella prima fase, poi una finale giocata non di fioretto, ma mostrando tutto il carattere e la proverbiale rognosità delle nazionali scandinave, vinta ai rigori dopo uno 0-0 che nessuno aveva scalfito, col biondo portiere Carlgren sugli scudi. Eppure c'era da aspettarselo, da un Nazionale che ai play-off aveva eliminato la corazzata Francia, rimontando con un 4-1 casalingo al 2-0 subito in terra transalpina.
Una Nazionale guidata da un leader indiscusso, un centravanti tutto fisico, grinta e tecnica, dal cognome decisamente italiano: John Guidetti, un concentrato di etnie, un biondo ragazzone svedese con nonno italiano e nonna brasiliana, tifoso dell'Inter fin da ragazzino, e cresciuto addirittura in Kenya, un classe '92 che ha il mondo dentro. Guidetti non è certamente il classico giocatore a sorpresa che viene fuori in queste manifestazioni, perchè non è di sicuro un giocatore poco famoso. Classe '92 appunto, fisico possente, grande capacità realizzativa e un esplosivo mix di velocità e tecnica, che mescolati a un invidiabile carisma, tratteggiano il perfetto profilo del leader.
E' il 2011 quando il nome di Guidetti comincia a fare il giro del mondo. Il ragazzo ha solo 19 anni, gioca nella Eredivisie nelle file del Feyenoord, dove nonostante la giovane età realizza la bellezza di 20 gol in 23 partite, numeri spaventosi per un bomber di razza, figuriamoci per un ragazzino appena maggiorenne. Nel frattempo il Manchester City, che con Mansour comincia a coltivare sogni di grandezza, non se lo lascia scappare, e in Svezia scoppia la Guidetti-mania, perchè gli scandinavi cominciano a pensare di aver già trovato un nuovo Ibrahimovic, che arriva dal Kenya e parla italiano. Le stagioni successive, però, sono avare di soddisfazioni per il giovane John: solo panchina all'Etihad Stadium, prima del prestito allo Stoke City, nel gennaio 2014, dove colleziona 6 presenze e nessuna rete. Nell'ultima stagione una piccola rinascita al Celtic Glasgow, ancora in prestito, una stagione condita da 8 gol in 23 presenze, spesso subentrando dalla panchina, una stagione in cui Guidetti segna persino alla sua Inter in Europa League, un 3-3 allo scadere che fa esplodere Celtic Park.
John è tornato ad essere un giocatore vero, ma al City hanno smesso di contarci: troppo poco, nulla in confronto a quello che aveva fatto intravedere da 19enne. Magari diventerà un ottimo attaccante, ma non da grandissima squadra. I Citizens non gli rinnovano il contratto, e Guidetti adesso è svincolato, tra l'indifferenza generale. Finchè comincia l'Europeo Under 21, dove John riveste i panni di Super Guidetti (come ama farsi chiamare su Twitter, perchè carattere, faccia tosta e sicurezza di sè sono davvero degni del miglior Ibra) e trascina la sua Svezia al trionfo, tra gol e prestazioni da trascinatore vero, anche in finale, dove sfiora un gol da cineteca poco prima del novantesimo e in cui realizza un rigore perfetto, con tanto di esultanza rabbiosa, pugni sul petto e bacio allo stemma da leader.
Guidetti è la vera occasione di questo calcio mercato, perchè molti dimenticano che, seppur da sempre sulla ribalta, è solo un classe '92, affamato, col carattere giusto e a parametro zero. In Italia gli strizzano l'occhio in molti, Sassuolo e Udinese su tutti, e John ci giocherebbe volentieri nel campionato del Paese del nonno, quello a cui deve quel suo cognome maccheronico. Guardando l'Inter da vicino, e sognando, magari, di giocarci un giorno, come faceva da bambino, quando giocava nelle giovanili del Brommapojkarna.