Una strenue resistenza. Carattere da vendere, attributi messi in mostra per settanta e più minuti di battaglia sportiva. Il Perù del Tigre Gareca si arrende, al termine dei novanta minuti dell'Estadio Nacional di Santiago del Cile, alla doppietta di Edu Vargas e recrimina sull'episodio che ha condizionato la gara. L'espulsione di Zambrano costa caro alla Blanquirroja, fino a quel momento l'unica squadra in campo.
Organizzati, precisi, furbi, attenti in difesa quanto velenosi in attacco: Guerrero fa reparto da solo (le squadre italiane un pensiero potrebbero farcelo), Farfan e Carrillo sono due fromboliero, Lobaton un guerriero mai domo. Gareca, a fine gara, nonostante la delusione ci terrà a sottolineare la prestazione dei suoi ragazzi, che si giocheranno la finale per il terzo posto venerdì sera contro la perdente della sfida tra Argentina e Paraguay di stasera.
"Giocare tutto quel tempo con un uomo in meno, contro i padroni di casa, è difficilissimo. Ora dobbiamo recuperare tutte le energie possibili per tornare in campo e giocarci la possibilità di partecipare alla Coppa del Mondo. L'espulsione ha cambiato il nostro piano tattico. Abbiamo dovuto resettare la difesa, perché abbiamo perso un giocatore fondamentale per noi. Abbiamo provato a riassemblare in fretta la squadra, avendo anche dei buonissimi risultati".
El Tigre continua analizzando i motivi della sconfitta, sulla quale pesa, inevitabilmente il rosso di Zambrano: "Dobbiamo giocare sempre in undici. Per giocarci le partite alla pari, soprattutto quando sono cosi quilibrate, è necessario farlo. E' una lezione che ci servirà per fare maggiore esperienza. Nonostante questo, la Copa giocata da Zambrano è fantastica, ma sarebbe stato meglio per noi che non sarebbe successo".
Nonostante la sconfitta, Gareca plaude lo sforzo immane della squadra, che ha giocato a testa altissima mettendo paura al Cile sebbene l'uomo in meno abbia tagliato le gambe agli Incas: "Abbiamo dato tutto, vorrei ringraziare i ragazzi per questo. Abbiamo giocato e dato tutto in campo. Avevamo un sogno, quello di raggiungere la finale, ma non ci siamo riusciti. Non siamo riusciti a dare questa gioia al popolo peruviano, ma continuiamo a crescere e questo sforzo ci ripagherà con il tempo".
La sportività del Tigre esula dall'esito della gara. L'allenatore argentino del Perù esalta la nazionale di Sampaoli e la incorona come favorita numero uno: "Oggi, siamo stati eliminati da un grande Cile, che è la favorita per il titolo. Era palese prima dell'inizio della Copa, ed adesso la previsione è stata confermata. Questo tipo di gare sono diverse per pressione e atteggiamento, ma hanno giocato con coraggio e hanno meritato questo risultato".