Questa notte si gioca Brasile-Colombia. La tradizione del match sorride ai Pentacampeon, che non perdono contro la Cafetera dal 13 luglio 1991, quando, con il risultato di 2-0, la Colombia ha stupito il calcio sudamericano e mondiale. Come oggi, si trattava di una gara di Copa América disputata in Cile, che i Cafeteros avranno come stimolo per affrontare l'ardua sfida di stanotte. Rispetto ad allora, il divario tecnico è molto più livellato, e la gara è aperta a qualsiasi risultato. Ripercorriamo quei novanta minuti di calcio che dalle parti di Bogotà e Medellin sono entrati nella storia.
La Colombia arriva da una parentesi dorata della propria storia: Pacho Maturana, il genio del fútbol cafetero, aveva costruito una Nazionale sorprendente, in grado di produrre del calcio mai visto in terra colombiana. Difesa altissima, possesso palla estenuante e il talento di giocatori come el Pibe Valderrama. La squadra era costruita sulle fondamenta dell'Atletico Nacional che lo stesso Pacho aveva condotto alla vittoria della Copa Libertadores. A Italia '90, la Cafetera è uscita agli ottavi contro il Camerun, non senza concedersi il vezzo di strappare un pareggio ai futuri campioni del Mondo della Germania. La stagione successiva, Francisco Maturana sbarca in Europa, alla guida del Valladolid, e per la successione in Nazionale viene scelto el Chiqui Luis Augusto Garcia, reduce da una parentesi al Millionarios tre anni prima. Il Brasile, invece, è reduce da una delle umiliazioni peggiori che possa subire la Seleçao: lo smacco degli eterni nemici Argentini, carnefici dell'eliminazione a Italia '90 nello scontro diretto. Il gol di Caniggia non ha fatto altro che aumentare le voci ostili al tecnico della Verdeoro, Sebastiao Lazaroni, criticato per essersi discostato dalla tradizione brasiliana, prediligendo i tatticismi all'estro dei singoli. Lazaroni viene allontanato, al suo posto è chiamata una leggenda del futebol: Paulo Roberto Falcao.
La Copa América 2001 in Cile è l'occasione per la Cafetera di confermarsi sui livelli della gestione Maturana, e per la Verdeoro di tornare a vincere, perchè in Brasile contano due cose: vincere e dare spettacolo. Le squadre partecipanti alla competizione sono 10, e vengono divise in due raggruppamenti: nel primo vi sono i padroni di casa della Roja, l'Argentina, il Paraguay e le piccole Perù e Venezuela, mentre nel secondo troviamo il Brasile, la Colombia, il solito scomodo Uruguay, l'Ecuador e la Bolivia. La prima uscita sorride a entrambe le squadre, con la Colombia che batte l'Ecuador 1-0, gol di De Avila, e il Brasile che liquida la Bolivia 2-1, per mano di Neto e Branco. La seconda giornata, arriva lo stop di entrambe: la Colombia rimane impantanata nelle sabbia mobili tattiche della Bolivia, ne esce uno scialbo 0-0, mentre il Brasile viene bloccato dall'Uruguay sull'1-1, non basta il gol di Joao Paulo. La terza giornata della prima fase a gruppi è quella della scontro diretto: Colombia-Brasile, due squadre appaiate a 4 punti con l'obiettivo di andare avanti.
Si gioca all'Estadio Sausalito di Viña del Mar. Il Brasile ha la fama di una corazzata vincente, la Colombia è la rivelazione degli ultimi anni: queste sono le premesse che anticipano uno scontro tra le selezioni di due grandi Nazioni del Sudamerica. Gli uomini di Garcia scendono in campo con il piglio giusto, con personalità, cercando di imporre la propria idea di gioco, ma senza far mancare la presenza fisica contro una squadra tecnicamente superiore. Tatticamente, la Cafetera si difende con cura: i due mediani, Alvarez e Pimentel, chiudono le sortite dell'attacco verdeoro, e alla fase difensiva si aggiunge anche l'uomo di maggior fantasia della Colombia, Carlos Valderrama, che per la causa limita il proprio estro e si presta al lavoro sporco. Quando, però, la palla è in mano ai Cafeteros, lo spettacolo e la genialità emergono prepotentemente: al 35' Fredy Rincon apre sulla sinistra per el Pibe Valderrama, che con la sua andatura elegante corre sul pallone, lo addomestica col destro e serve in area Andrés Escobar, il quale spizza di testa, allungando per de Avila, che come un rapace si getta in volée su pallone vagante: 1-0 Colombia. Falcao non ci sta e decide di giocarsi le carte Careca e Luis Henrique, al posto di Neto e Rai, ma la strategia non porta risultati concreti, e al 21' della ripresa la Cafetera affonda il Brasile con un pezzo di bravura: Iguaran salta un uomo, perde palla in un contrasto con un difensore, ma la sfera finisce tra i piedi di Valderrama, che serve alla propria destra de Avila. Taquito del Pipa, palla ancora al Pibe, che apre sulla sinistra per Iguaran, tiro di prima che gonfia la rete, una botta che Taffarel, ridotto a statua di cera, non può far altro che veder entrare in porta: 2-0 Colombia e tutti a casa, mentre a Bogotà è festa grande, la Cafetera ha sconfitto i campioni del Brasile.
L'impresa degli uomini di Garcia, nonostante nel frattempo la Colombia sia riuscita a vincere una Copa America (2001), è rimasta ineguagliata. La sconfitta ai quarti di finale di Brasile 2014 non ha fatto altro che aggiungere pagine alla storia di questa mitologica astinenza che dura da circa 24 anni. Questa notte, Cafeteros e Verdeoro si incontrano di nuovo, nello scenario imprevedibile della Copa América, l'unico teatro dove i copioni sono fatti per essere stracciati.