La storia infinita. Il clasico rioplatense scrive l'ennesimo capitolo di una rivaltià sconfinata che dura da quasi cent'anni. Dal primo all'ultimo episodio la sfida s'è colorata di emozioni, di tensioni, di spettacolo. Garra, cattiveria agonistica, ma non solo, Argentina-Uruguay è sfida di stili, di modi di vivere ed intendere il futbol. Uno sport che è parte integrante della vita dei due paesi, che si inebriano delle giocate dei propri fenomeni. Spazio dunque a Messi e Cavani, alle giocate estrose di Di Maria, Aguero e dell'albiceleste, ma anche all'intensità della celeste, che non disporrà certo dei mezzi tecnici degli avversari ma in quanto a umiltà e intensità non sono secondi a nessuno. E Argentina-Uruguay: la Copa entra nel vivo.

Anche il Girone B, dopo le sorprese che hanno riservato le partite di ieri del gruppo A, apre i battenti alla seconda giornata. Paraguay-Giamaica farà da apripista alla gara che tutti aspettano. Già dal sorteggio dei gironi la sfida tra le due celesti aveva catalizzato l'attenzione dei quotidiani locali ma non solo. La gara di cartello del gruppo B, ma della prima fase in generale si gioca all'Estadio La Portada che ospita le gare casalinghe del Deportes La Serena, squadra militante nella prima division del campionato cileno.

Il momento delle due squadre

Argentina - La Seleccion del Tata si districa nel proprio ritiro tra la delusione del capitano Mascherano e lo sconcerto del tecnico Martino che definiscono la squadra che è scesa in campo nella prima gara "una squadra che ha mostrato due facce lasciando dubbi inquietanti". Non solo, la deludente prestazione dell'albiceleste ha scetenato l'ira di Lionel Messi, che quasi mai nella sua carriera aveva usato toni così fermi e duri: "Siamo infuriati, abbiamo commesso troppi errori e non ce lo possiamo permettere. Abbiamo iniziato alla grande e siamo stati puniti per non aver chiuso la partita quando potevamo". Ecco dunque che alla vigilia della gara più importante della prima fase di questa Copa America, la sfida assume valore ancor più importante per i Vice campioni del Mondo, che non possono permettersi ulteriori passi falisi e rischiare di compromettere il proprio cammino nella competizione.

Uruguay - Non se la passa meglio dal punto di vista tattico e del gioco la celeste di Oscar Tabares, deludente oltremodo, per alcuni tratti anche più della stessa avversaria odierna, contro una Giamaica che ha messo a nudo tutte le difficoltà di una squadra che non è riuscita quasi mai a creare nitide palle gol ed innescare Cavani. Certo, l'assenza di Suarez è fondamentale per lo scacchiere tattico dell'allenatore, ma l'Uruguay dovrà fare a meno del pistolero. I tre punti sono un toccasana in ottica qualificazione, ma servirà maggiore brillantezza e la solita garra celeste per far risultato contro Di Maria e compagni.

Ultime dai campi

Il Tata Martino potrebbe stravolgere in parte la squadra scesa in campo nella gara d'esordio contro il Paraguay. Due i dubbi per l'ex allenatore del Barça, che a centrocampo potrebbe affiancare Biglia, così come fatto al Mondiale, a Mascherano in mediana. L'alternativa è Banega. In avanti confermati ovviamente Messi ed Aguero, con Angel Di Maria, migliore in campo per l'albiceleste contro il Paraguay, alle loro spalle. Dubbi sulla presenza di Pastore, che non ha convinto del tutto nella prima uscita. Al suo posto ballottaggio a tre con Tevez e Lavezzi, ma quest'ultimo potrebbe spuntarla.

Uruguay - Dall'altro canto Tabares dovrebbe confermare il 4-4-2 visto nella prima gara contro i giamaicani. Stavolta la squadra uruguagia potrà aspettare le offensive degli avversari nella propria metà campo per poi ripartire veloce in contropiede, rispettando un piano tattico che più le si addice con questo tipo di formazione con più muscoli che cervello. Confermata la linea a quattro difensiva con Godin e Gimenez al centro, mentre i due Pereira agiranno sulle fasce. Cebolla Rodriguez e Sanchez gli saranno davanti, con Rios e Lodeiro a compiere il solito lavoraccio di interdizione e sacrificio. Davanti assieme a Cavani, spazio ancora a Rolan.

Probabili formazioni

Argentina (4-3-3): Romero; Rojo, Otamendi, Garay, Zabaleta; Mascherano, Biglia/Banega, Di Maria; Messi, Aguero, Pastore/Lavezzi. All. Martino.

Uruguay (4-4-2): Muslera; M. Pereira, Godin, Gimenez, A. Pereira; Sanchez, Rios, Lodeiro, Rodriguez; Cavani, Rolan. All. Tabarez.

Le prime indicazioni

Albiceleste - Il bellissimo ed esaltante primo tempo ha lasciato spazio al contempo al deludente ed abulico secondo tempo. L'albiceleste ha dato cenni di onnipotenza nel primo tempo, quanto però si sono dimostrati forse troppo supponenti e poco cinici nella ripresa. L'Argentina resta la favorita assoluta per questa competizione, a patto però che la squadra svesta i panni di predestinata legata alle individualità e giochi in maniera corale mettendo in condizione i propri gioielli di fare la differenza. La squadra di Messi è uscita troppo presto dalla gara contro il Paraguay, convinta sul 2-0 di aver portato a casa la gara. Di contro, la grinta e la voglia di non mollare mai dei paraguaiani hanno fatto la differenza nella ripresa, raggiungendo il pari all'ultimo minuto beffando Romero e la retroguardia dei biancoazzurri. Ci si aspettava di più.

Celeste - Una squadra forse appagata dal successo nella scorsa manifestazione, seppur lontano nel tempo, è riuscita ad ottenere il bottino pieno contro un'indomita Giamaica, che s'è presentata al cospetto di Cavani e compagni senza alcun timore reverenziale, anzi. Forse l'assenza di Suarez non basta a giustificare la squadra di Tabares, apparsa stanca e svogliata nel possesso palla, lenta e macchinosa nel far girare la sfera e nel muovere la pimpante retroguardia giamaicana che fino al gol di Rodriguez era riuscita a resistere senza patemi d'animo. Servirà ben altro per superare l'Argentina e superare i quarti di finale, quasi ipotecati.

I precedenti

Sfida disputata oltre 200 volte. La storia a dir poco infinita di Argentina-Uruguay narra di gesta di grandi campioni, da Schiaffino a Maradona, finendo a Cavani e Messi. 12 volte finale del massimo torneo sudamericano, mai però da quando si chiama Copa America. La prima finale risale infatti al 1916, prima edizione dell'allora Campeonato Sudamericano de Football, l'ultima al 1967, anno dell'ultima edizione. Il torneo riprenderà solo nel 1975 con la denominazione di Copa America come la conosciamo oggi. Le due nazionali si sono confrontate in tutte le competizioni e il bilancio dei precedenti è favorevole all'Albiceleste. L'ultimo confronto si è concluso con la vittoria dell'Uruguay in uno spettacolare 3-2, nel 2013 per le qualificazioni ai mondiali.