Non l'Uruguay migliore della sua storia recente, ma la Celeste riesce a portare a casa i primi tre punti del girone contro una Giamaica impavida, in grado di mettere seriamente in difficoltà la formazione di Tabarez. Finisce 1-0 al Regional di Antofagasta, decide una rete del Cebolla Rodriguez.
LE SCELTE - Tabarez si affida al 4-4-2, affiancando all'indiscutibile Edinson Cavani il giocane Diego Rolan. A centrocampo sciabola e fioretto con Arévalo Rìos e Lodeiro, mente parte dalla panchina il giovane fenomeno del Cruzeiro De Arrascaeta: dal primo minuto c'è Cristian Rodriguez. Schafer risponde con un 5-4-1 di puro contentimento, con il solo Mattocks a sfruttare eventuali ripartenze.
PRIMO TEMPO - Contrariamente ai pronostici, la Giamaica parte bene e riesce subito a farsi vedere in avanti, seppur timidamente. La squadra è ben disposta in campo e l'Uruguay non riesce a schiacciarla. Al 15' primo episodio: sul versante destro dell'area di rigore della Giamaica, Carlos Sanchez prova a crossare, ma il traversone viene respinto dal vicinissimo Lawrence con un braccio. L'arbitro fa proseguire. I Reggae Boyz continuano a coprire bene il terreno di gioco e, al contratrio, la Celeste non trova spazi, sbaglia i passaggi e non crea sostanza davanti, soprattutto con Diego Rolan, che spesso va a nascondersi fra gli esterni invece che cercare la profondità. Il primo tiro in porta della gara è al 38' quando Lodeiro pesca el Cebolla Rodriguez, che mira e calcia da fuori, ma Ker si allunga e respinge. Al 40' si spinge avanti la Giamaica, con un pallone in profondità per Mattocks, che si crea spazi tra i due centrali avversari con un movimento da vero attaccante, ma al momento del tiro smorza il pallone. Nel finale di primo tempo tocca all'Uruguay farsi avanti, con Edinson Cavani, che subisce un leggero tocco in area e cade. Il venezuelano Argote lascia giocare. Al 42' Lodeiro trova Maxi Pereira in sovrapposizione sulla destra, di prima in mezzo per Cavani, che si coordina ma colpisce a lato. Il primo tempo finisce a reti bianche.
SECONDO TEMPO - L'Uruguay inizia la seconda metà di gioco nel modo migliore possibile: al 49' punizione defilata sulla sinistra, nei pressi del fondo, per la selezione charrùa. Lodeiro mette in mezzo, sponda aerea di Gimenez e zampata vincente del Cebolla Rodriguez, che porta in vantaggio la Celeste. Per la formazione di Tabarez potrebbe essere l'occasione di gestire la gara, ma la Giamaica non demorde e continua a giocare sopra i pronostici, andando anche vicino al gol al 58' con Barnes, che colpisce da fuori a lato con la porta lasciata sguarnita da Muslera, dopo un'incomprensione con Maxi Pereira. Tabarez si accorge di aver bisogno di più tono offensivo, per non essere messo sotto dagli uomini di Schafer: al 64' esce Rodriguez ed entra il giovane De Arrascaeta, trequartista guizzante e dal talento cristallino. Il neo-entrato porta vitalità tra le fila della Celeste, ma da solo non basta e la Giamaica continua a premere, con due occasioni aeree tra il 76' e il 79', prima con Brown e poi con Barnes. All'85' anche Lawrence si rende pericoloso con una punizione di mancino, che Muslera prolunga sopra la traversa. All'86' Tabarez aggiunge sostanza a centrocampo, inserendo el Tata Gonzalez al posto di Lodeiro, ma poco dopo i Reggae Boyz guadagno un corner, da cui Mariappa riesce a trovare un tiro al volo alto. All'88' la Celeste riesce a trovare l'occasione per chiudere il match con Cavani che trova al limite dell'area piccola Rolan. Il ragazzo del Bordeaux è troppo defilato per calciare e decide di servire Stuani, entrato al posto di Sanchez, ma l'attaccante dell'Espanyol, nonostante la porta fosse praticamente sguarnita, calcia alto. Dopo tre minuti di recupero l'arbitro fischia e l'Uruguay mette in cascina i primi preziosissimi tre punti della competizione, maturati in una gara giocata male, ma vinta grazie al valore tecnico nettamente superiore. Onore alla Giamaica, che chiude il match senza punti conquistati ma con la soddisfazione di aver fatto la partita contro i campioni in carica per diversi frangenti della gara.