Concludiamo oggi il nostro viaggio alla scoperta delle squadre e dei protagonisti che, ormai tra poche ore, infiammeranno la 44esima edizione della Copa America, il torneo per nazionali più antico al mondo. Oggi concludiamo occupandoci del Gruppo C, che promette scintille con il duello tra Brasile e Colombia, rivincita del quarto di finale del recente Mondiale tra due delle candidate alla vittoria finale, con Venezuela e Perù pronte a giocarsela nelle vesti di terze incomode.

Brasile: La Nazionale verdeoro, guidata nuovamente da Carlos Dunga, non vince la Copa America dal 2007, pur avendo rimpolpato il proprio palmares vincendo ben quattro delle ultime sei edizioni. Il cosiddetto "Maracanazo" e l'1-7 subito dalla Germania nell'attesissimo Mondiale casalingo bruciano ancora nel Paese carioca, prova ne è il fatto che Dunga ha praticamente rivoluzionato la Selecao, confermando solo sei dei protagonisti di quel Mondiale, due dei quali non erano nemmeno in campo quella sera: Neymar e Thiago Silva. Tra i pali lo storico vice di Julio Cesar, Jefferson, mentre è rimasta misteriosamente ignorata la strepitosa stagione di Diego Alves al Valencia. Proprio l'ex milanista tornerà ad indossare la fascia di capitano dei verde-oro, in quello che deve essere il torneo del riscatto, giocando di fianco a David Luiz o a quel Miranda confermatosi ad alti livelli con l'Atletico di Simeone. Rivoluzione sugli esterni, dove l'astro nascente Danilo e Filipe Luiz prenderanno il posto di Dani Alves e Marcelo. Largo ai giovani in mezzo, con Elias, Fernandinho e Casemiro che proveranno a non far rimpiangere Luiz Gustavo. Il "puntero" dovrebbe essere Roberto Firmino, che proverà a coprire una casella che è storicamente punto debole della nazionale carioca. Dietro di lui gioventù e qualità, con Willian e Neymar che dovrebbero partire lateralmente e il rimpianto interista Coutinho, affermatosi tra i top player della Premier League, nelle vesti di trequartista. Guai a sottovalutare il Brasile, ma è una Selecao piena di qualità e gioventù, anche troppa forse. Ci si può aspettare di tutto.

Colombia: Quella dei Cafeteros è, sicuramente, una delle Nazionali più in crescita che ci siano in giro, probabilmente insieme al Belgio. Eliminata ai quarti dell'ultimo Mondiale dal Brasile, dopo aver impressionato e fatto sognare fino a quel punto, sembrò pagare l'inesperienza e quel pizzico di cinismo necessari per salire l'ultimo gradino, quello verso la gloria. Già, perchè la qualità, soprattutto davanti abbonda eccome. James Rodriguez fece innamorare gli appassionati di calcio durante il Mondiale brasiliano, e anche Ancelotti che lo volle fortemente al Real Madrid. Ma in Cile ci sarà anche Radamel Falcao, assente per infortunio in Brasile. Per non parlare di quel Carlos Bacca eroe del Siviglia in Europa League, o di Jackson Martinez, animale da gol del Porto di Lopetegui. A rimpolpare la rosa alcune conoscenze del calcio italiano: gente come Cuadrado, Muriel e Ibarbo, tutti elementi che, chi più e chi meno, sanno essere spine sul fianco delle difese avversarie. Il porta il gunner Ospina, portiere affidabile e reduce da una discreta stagione. La difesa rimane il punto debole colombiano, ma il neo-interista Murillo merita attenzione. In generale può insidiare il primo posto al Brasile, e magari sognare anche qualcosa di storico, se Pekerman riesce a trovare il meccanismo giusto per far girare a dovere la squadra.

Venezuela: Difficile decifrare la nazionale venezuelana, reduce da due annate parecchio contraddittorie. Un 2014 condito da cinque amichevoli tutte perse, mentre in questo 2015 sembra essersi accesa la scintilla, con ben 3 vittorie sulle 4 partite disputate, una delle quali proprio contro il Perù, avversaria in questo Gruppo C. Inutile girarci attorno: è dura pensare che il Venezuela possa avere chissà quali ambizioni. La difesa sembra un'autentica banda del buco, visto che incassa gol anche da Nazionali più che modeste, e in un torneo che spesso presenta gare tirate e combattute come la Copa America, può essere un difetto non da poco. Non male invece il tandem d'attacco, formato dall'ottimo Salomon Rondon, attaccante dello Zenit San Pietroburgo che vede come pochi la porta, e dal torinista Martinez, talentuoso ma piuttosto intermittente.

Perù: Un cammino disastroso nell'ultimo percorso di qualificazione Mondiale, e un sorprendente e brillante terzo posto nell'ultima edizione della Copa America. Questo il contraddittorio e indecifrabile biglietto da visita con cui il Perù si presenta in Cile. In panchina siederà l'ex allenatore del Velez Sarsfield Ricardo Gareca, reduce da risultati strabilianti sulla panchina del Fortìn: ben 3 campionati vinti tra il 2009 e il 2012, oltre alla semifinale di Copa Libertadores, nel 2011. La stella della squadra gioca in difesa, dove vedremo all'opera quel Carlos Zambrano che, reduce da una stagione piena di infortuni con l'Eintracht Francoforte, si presenta in Cile come uno dei grandi osservati tra gli operatori di mercato. Il Perù farà molto affidamento sul tridente d'attacco, che potremmo definire "vintage", visto che non mancherà di esperienza e carisma internazionale, con gente abituata a calcare i campi dei principali campi europei: sulle fasce il viola Vargas e Jefferson Farfan, pronti a innescare la punta centrale: l'ex Bayern Pablo Guerrero, capocannoniere dell'ultima Copa America con 5 reti. Occhio però a un'altra punta, la più giovane del lotto: l'interessantissimo Yordy Reina, classe '93 del Red Bull Salisburgo.