La Bundesliga, al sicuro da tempo, continua a confermarsi accomodante con il Bayern di Guardiola. Il tecnico, scottato dalla prestazione del do Dragao, messo sotto scacco da infortuni ripetuti e preoccupanti, disegna un undici ricco di novità, concedendo il riposo a giocatori chiamati al riscatto nel ritorno di Champions. Boateng si accomoda al fianco di Pep, con lui Thiago e Xabi Alonso, il centrocampo bavarese è un inedito assoluto. Rode, Gaudino, Weiser, pochi minuti nelle gambe e qualche paura. Dietro, Badstuber si affianca a un balbettante Dante, davanti, invece, pezzi da novanta. Lewandowski riferimento centrale, Muller e Goetze ai lati.

Il Bayern, sul campo dell'Hoffenheim, stenta, inevitabile. Bernat alza bandiera bianca e costringe Guardiola a rinunciare ai propositi iniziali. Boateng sveste la tuta e scende in campo, arriva, puntuale, la paratissima di Neuer, che evita a Dante un'altra lavata di capo e permette al Bayern di prendere in mano la partita.

Il gol che decide l'incontro al minuto 38. Baumann respinge una conclusione potente giunta dalla sinistra, ma Lewandowski è il più lesto a controllare la palla vagante. Il centravanti alza la testa e appoggia per Rode, controllo, piccoli tocchi per guadagnare spazio e destro a giro all'angolo. Esecuzione esemplare e vantaggio ospite.

Con l'ingresso di Thiago per Gaudino, il Bayern guadagna in qualità e gli strappi dello spagnolo infiammano la partita, ma Baumann si esalta e l'Hoffenheim resta a una rete di distanza, fino alla chiusura, in pieno recupero, sancita dall'autogol di Beck. Nell'occasione, decisivo lo spunto di Muller.

Il vantaggio sul Wolfsburg è ora di 13 punti, ma Guardiola pensa al Porto. Il Bayern non può fallire per la seconda stagione consecutiva in Europa.