Ormai ci siamo. Venerdì si giocheranno le gare di andata degli spareggi europei per Brasile 2014 e tra queste ci sarà anche Croazia-Islanda. Sfida inedita nel calcio europeo ma che ha un valore immenso: un biglietto per i mondiali sudamericani. La favorita d'obbligo è sicuramente la nazionale allenata da Niko Kovac, reduce dal secondo posto nel girone A alle spalle del Belgio e desideroso di tornare a lmondiale dopo la mancata qualificazione a Sudafrica 2010. Dall'altra parte la piccola Islanda, che è riuscita nell'impresa di conquistare un secondo posto memorabile nel giorne E alle spalle della Svizzera e desiderosa di scrivere una pagina di storia per la propria nazione. Ma chi sono i protagonisti di questa sifda e come si preparano all'appuntamento? Andiamo a scoprirlo.

QUI CROAZIA- C'è tensione in quel di Zagabria, dove è appena stata cambiata la guida tecnica. Via Igor Stimac, reo di aver mancato la qualificazione in un girone dominato dal super Belgio dei vari Fellaini, Hazard e Witsel, e dentro Niko Kovac, vecchia conoscenza del calcio tedesco, dove lo si ricorda da giocatore con le maglie di Bayer Leverkusen, Amburgo e Bayern Monaco. Per l'ex nazionale cresciuto come allenatore nelle giovanili del Red Bull Salisburgo, è il primo vero incarico da primo allenatore, conseguito dopo un periodo di pochi mesi sulla panchina dell'Under 21, ora affidata al fratello Robert, ex Juventus dove ha militato tra il 2005 ed il 2007. Robert che aiuterà il fratello Niko in questo cruciale doppio confronto, infatti la federazione lo ha nominato vice-allenatore ad interim.

Una responsabilità enorme, quindi, quella riposta sulle spalle dell'ex difensore, che nonostante la quasi nulla esperienza ha l'obbligo di portare in Brasile una nazionale che ha nel centrocampo e nell'attacco i punti di forza. Stella della squadra è sicuramente Luka Modric, che quest'anno, con l'arrivo sulla panchina del Real Madrid di Carlo Ancelotti, non riesce a trovare molto spazio con la "camiseta blanca". Ma a lui, regista dotato di un eccellente visione di gioco, la nazione intera chiede di essere il leader di una squadra che ha bisogno dei suoi passaggi e lanci lunghi che riescono ad illuminare il gioco bianco-rosso. In panchina siede il suo erede, quel Mateo Kovacic per cui non solo la Croazia, ma anche l'Inter, sperano in un futuro radioso e che avrà sicuramente occasioni per mettersi in mostra. Titolari sono Niko Kranjcar, ora al QPR in Inghilterra e figlio dell'ex ct Zlatko, ala sempre pericolosa e pronta a far male, ed Ivan Rakitic, altro giocatore dalla tecnica sopraffina ma mai veramente esploso.

Un centrocampo dall'altissimo valore tecnico e che si poggia sulla fantasia e sulla grande visione di gioco dei propri interpreti. In attacco il punto di riferimento è Robert Mandzukic, campione di tutto quest'anno con la maglia del Bayern Monaco e divenuto pedina insostituibile nell'attacco balcanico dopo un grande europeo 2012, in cui spaventò l'Italia con un gol che poteva costarci l'eliminazione al primo turno. A fianco a lui si alternano elementi come Ivica Olic, esperto cannoniere di Bundesliga oggi al Wolfsburg e con un passato al Bayern, Nikica Jelavic, militante nell'Everton ma reduce da un 2013 veramente opaco in cui ha segnato poco, ed Eduardo, militante nello Shaktar Donetsk ma in fase calante di carriera e mai veramente ripresosi dall'infortunio patito nel 2008 per un intervento killer subito quando militava in Premier League con la maglia dell'Arsenal.

La difesa si poggia su "vecchietti" esperti e reduci di mille battaglie con la maglia della propria nazionale: Dario Srna e Josip Simunic. Il primo è capitano grazie alle 108 presenze e terzino destro assolutamente titolare sia con la maglia della propria nazionale che con quella dello Shaktar Donetsk, mentre il secondo, 103 presenze, è il centrale militante nella Dinamo che ha il compito di guidare la difesa. A fianco di Simunic gioca Dejan Lovren, classe 1989 ed uno dei maggiori protagonisti dell'ascesa del Southampton, sorprendente terzo in Inghilterra, dove è approdato dopo 3 anni di militanza al Lione. Sulla sinistra la fascia è di competenza di Vedan Corluka, oggi al Lokomotiv Mosca dopo anni di militanza al Tottenham ed altro elemento esperto dall'alto delle proprie 68 presenze. In panchina scalpita Sime Vrsaljko, il terzino classe 1992 del Genoa cresciuto dall'incredibile vivaio della Dinamo Zagabria, che ha formato e forma il grosso dei maggiori giocatori della nazionale balcanica. Insomma, una nazionale composta da giocatori affermati a livello internazionale e cresciuti in patria, con un grande senso d'orgoglio per la propria patria ed assolutamente capaci di raggiungere traguardi prestigiosi. Sono i favoriti d'obbligo di questo confronto, un passo falso sarebbe difficilmente perdonabile.

QUI ISLANDA-Un occasione importantissima per l'Isalnda, nazione con solo 250.000 abitanti è famosa più per i paesaggi mozzafiato e che evocano tranquillità e pace, più che per meriti calcistici. C'è da dire che a livello sportivo non è la prima volta che l'Islanda sale alla ribalta delle cronache. All'Olimpiade di Pechino 2008 la nazionale maschile di pallamano conquistò uno storico argento, la prima medaglia in uno sport collettivo per la nazione nordica. In quella competizione solo la Francia fermò in finale l'entusiasmante corsa dei "vichinghi", che al ritorno in patria furono festeggiati come eroi nazionali. Ora c'è anche un altro gruppo che sogna di ripetere le imprese dei "cugini" della pallamano ed è proprio quello allenato dallo svedese Lars Lagerback, ex ct della nazionale giallo-blu con cui ha affrontato (in coppia prima con Tommy Soderberg e poi con Roland Andersson) 2 mondiali e 2 europei in 9 anni di militanza, dal 2000 al 2009.

Abbandonata la panchina del proprio paese d'origine, dopo una parentesi di 5 mesi sulla panchina della Nigeria accetta nell'ottobre del 2011 la chiamata della federazione islandese, reduce dalla desolante campagna di qualificazione europea in cui la nazionale ha concluso penultima il primo girone con soli miseri 4 punti, distante 12 lunghezze dalla coppia formata da Portogallo e Norvegia, nazionale acerrima rivale degli isolani. Proprio la Norvegia sarà una delle rivali del girone E, uno dei più quilibrati e comprendente pure Slovenia, Svizzera, Cipro ed Albania. Sin dalle prime partite del girone si capisce che l'Islanda darà filo da torcere e che lotterà ad armi pari con le altre per raggiungere la qualificazione.

La definitiva cosacrazione arriva a marzo, quando Halfredsson e compagni battono la Slovenia a Lubiana issandosi al secondo posto solitario. Ma 4 giorni dopo i balcanici restituiscono lo sgarbo a Rejkavik con un 2-4 che rimette tutto in discussione. Srà proprio la Slovenia a contendere fino all'ultimo il secondo posto all'Islanda, visto che la Svizzera scappa e a settembre si qualifica con 2 gare d'anticipo. Proprio contro la Svizzera avviene un vero e proprio miracolo sportivo per gli isolani. Sotto 4-1 a 20 minuti dalla fine, gli islandesi riescono a pareggiare ed a ottenere un punto che si rivelerà fondamentale per l'accesso ai play-off. Accesso che viene certificato ad ottobre proprio ad Oslo, capitale della Norvegia, in uno scontro finito 1-1. Grazie anche al successo degli svizzeri contro la Slovenia la nazionale di Lagerback può festeggiare proprio sotto gli occhi degli acerrimi rivali, che per il quarto mondiale consecutivo dovranno guardare la rassegna iridata dalla tv.

Chi non vuole stare davanti allo schermo è proprio l'Islanda, che nonostante sia consapevole dello svantaggio tecnico nei confronti dei croati vuole provare a scrivere la storia. La squadra si schiera solitamente con un 4-4-2, con in porta Haldorsson, estremo difensore del KR Rejkavik e che negli ultimi tempi ha preso il posto dell'esperto trentottenne Gunleifsson, guardiano della porta del Breidablik. I portieri sono gli unici elementi del gruppo che militano nel campionato nazionale (con l'eccezione del terzino Kristin Jonsson, anche lui militante nel Breidablik). In difesa, al centro agiscono Sigurdsson, che gioca in Champions League con la maglia del Copenaghen, e Kari Arnason, punto di forza del Rotheram United, squadra di League One inglese.

Ai lati i titolari sono il ventinovenne Seversson, che gioca in Norvegia con la maglia del Brann Bergen, ed Ari Skulason, terzino dell'OB Odense, formazione danese. In panchina è sempre pronto a subentrare un altro terzino, Eggert Jonsson, in forza ai portoghesi del Belenenses. A centrocampo gioca la stella della squadra, ovvero quel Sigurdsson protagonista in Premier con la maglia del Tottenham dopo aver incantato i tifosi dello Swansea. Inutile dire che alla sua visione di gioco ed alla sua abilità nei calci piazzati si affidano Lagerback ed i tifosi. A fianco di Sigurdsson gioca un altro elemento militante in Premier League, ovvero Aron Gunnarson, mastino di centrocampo del Cardiff dove nelle ultime stagioni è stato assoluto protagonista nella cavalcata verso la Premier degli "Sky Blues".

In panchina è pronto a prendere il suo posto Emil Halfredsson, che in Italia conosciamo bene per la sua militanza nell'Hellas Verona, dove dal 2010 è uno dei pilastri della squadra di Mandorlini, capace di salire in serie A dopo diversi stagioni trascorse in Lega Pro. Idolo dei tifosi giallo-blu ed uomo di grande esperienza, il buon Emil può sempre tornare utile. Un altro "italiano" è fondamentale per lo scacchiere tattico di Lagerback, stiamo parlando di Birkir Bjarnason, ala sinistra che in nazionale riscatta le deludenti prove che finora ha fornito con la maglia di una Sampdoria in crisi. Dall'altra parte il titolare è Gudmundsson, uno degli artefici del grande inizio di stagione dell'AZ Alkmaar secondo in Olanda grazie ad un gioco spumeggiante che sfrutta anche le accelerazioni del classe 90'.

In panchina sono da segnalare Danielsson, centrale di centrocampo del Belenenses, e di Skulason, mediano dello Zulte Waregem. In attacco spicca l'eterno Eidur Gudjohnsen, il più grande prodotto calcistico dell'isola ed ancora titolare dall'alto dei suoi 35 anni. L'ex, tra le tante, di Barcellona (una Champions con i catalani) e Chelsea, oggi milita nel Club Brugge ed è l'ariete con cui Lagerback fa giostrare il resto degli interessantissimi attaccanti. Spicca tra tutti Artur Finnbogason, capocannoniere con 14 gol in Olanda. L'attaccante, valorizzato alla grande da Marco Van Basten all'Hereenveen, è soprannominato "Fantasma" per l'abilità nel colpire le difese avversarie cogliendole di sorpresa. Ma la concorrenza si fa sentire visto che in squadra milita Kolbeinn Sightorsson, anche lui militante in Olanda con la gloriosa maglia dell'Ajax. Il classe 1990 con la maglia della nazionale è un vero killer, basta vedere le 13 reti in 19 partite giocate. Insomma una rosa che può vantare elementi veramente interessanti che la vetrina mondiale potrebbe lanciare verso livelli ancora più prestigiosi. Per questo l'Islanda darà sicuramente filo da torcere ai più affermati rivali.

Appuntamento con la storia alle ore 20 di venerdì, quando le due nazionali si affronteranno nella garà di andata in quel di Rejkyavik. Ritorno programmato a Zagabria martedì 19 alle ore 20:45.