Da sempre, le dinamiche che regolano la free agency NBA regalano colpi di scena e variazioni improvvise di copione sempre più inaspettate, ed anche questa estate non fa eccezione: la storia stavolta ruota tutta attorno ai Sacramento Kings.
Ma partiamo dal principio: gli altri due protagonisti della querelle sono Nemanja Bjelica e Yogi Ferrell. Il primo, dopo tre stagioni a corrente alternata con Minnesota (19 minuti di impiego medio per 6.1 punti, 3.8 rimbalzi e 1.3 assist) aveva trovato un accordo con i Philadelphia 76ers, che così contavano di aggiungere una pedina importante ad un roster in continua crescita, completando sempre più il supporting cast per le stelle emergenti Simmons, Embiid e Fultz. Data la sua parola (che nel basket oltreoceano equivale quasi ad una firma nero su bianco), il serbo ha iniziato la sua danza di ripensamenti: prima il dietrofront con la franchigia di Sam Hinkie, adducendo come motivazione la voglia di voler tornare in europa per stare vicino alla famiglia. Comportamento già abbastanza strano di per sé, se non fosse che, dopo aver parlato col connazionale Vlade Divac, General Manager dei Kings, Bjelica ha di nuovo cambiato direzione mettendo un autografo su un contratto da 20.5 milioni distribuiti per tre anni. Sicuramente a Philadelphia nessuno si starà strappando i capelli, ma è altrettanto certo che questo inusuale doppio cambio di direzione potrebbe irrigidire i rapporti tra le franchigie e l’agente del giocatore.
Comportamento simile quello di Yogi Ferrell: il nativo di Greenfield, dopo due stagioni in NBA (mezza con la canotta di Brooklyn, una e mezza con i Mavericks), era restricted free agent, ma sul tavolo del suo agente non erano pervenute offerte. A questo punto il front-office di Dallas lo aveva invitato al tavolo per discutere il rinnovo, e prima del weekend l’accordo sembrava raggiunto per una cifra vicina ai cinque milioni di dollari per un contratto biennale. Anche qui, però, Sacramento è arrivata in corsa “scippando” Ferrell ai Mavs, grazie ad un contratto da crica 6.2 milioni di dollari della stessa durata di quello promesso dalla franchigia di Nowitzki. Ferrell e Bjelica rappresentano dunque due “furti” sportivi di Divac, che prova ad aggiungere tasselli alla ricostruzione di Sacramento. Nesuno dei due verosimilmente avrà un ruolo di rilievo, ma la scommessa, soprattutto per le modalità con le quali è stata messa in pratica, potrebbe valere i dividendi sperati.
Dalle storie di free agency a quelle del mercato delle trade: è notizia di ieri lo cambio tra Brooklyn Nets e Phoenix Suns: sul piatto il contratto di Darrell Arthur, da 7.4 milioni di dollari, che, appena arrivato da Denver, finisce subito ai Suns, che verosimilmente lo taglieranno immediatamente per liberare spazio salariale. A fare il percorso inverso, invece, è Jared Dudley, che approda dunque nella grande mela, oltre ad una seconda scelta al Draft 2021, protetta fino alla 35esima. Nessun terremoto dunque, ma piccoli aggiustamenti che permettono a Phoenix di liberarsi di un contratto pesante e ai Nets di sperare nel colpaccio con una scelta comunque potenzialmente discreta, soprattutto se come sembra, i Suns dovessero continuare la loro crescita come squadra.