Jimmy Butler verso il divorzio dai Minnesota Timberwolves. Questa è l’ultima clamorosa voce che circola, insistentemente, nei corridoi virtuali della NBA in questa folle estate di mercato.
Il nativo di Houston, classe 1989, è approdato a Minneapolis la scorsa estate dopo aver consumato sei stagioni con la canotta dei Chicago Bulls. L’obiettivo era quello di fare di lui il fulcro psicologico della squadra, la guida dentro e fuori dal campo per indirizzare nella giusta direzione i tanti giovani talenti dei T’Wolves. Ed invece, proprio questo sembra aver spazientito Butler: l’atteggiamento dei “gioiellini” a disposizione di Thibodeau, in particolare di Karl-Anthony Towns, non sarebbe esattamente votato solo al lavoro, cosa che non va giù al loro compagno più esperto. Già ad aprile, dopo l’eliminazione al primo turno contro i Rockets, Butler sottolineava come fosse ossessionato dalla vittoria, e secondo Joe Cowley, giornalista molto vicino al giocatore dai tempi di Chicago, ora avrebbe deciso di cambiare aria per provare a raggiungerla. Oltre alla situazione ambientale, poi, ci sono le logiche di mercato: l’unico arrivo, sinora, dell’estate di Minnesota, è stato Anthony Tolliver, mentre intorno i Lakers davano il via all’era di LeBron James, Houston riusciva a confermare tutte le sue stelle e Golden State aggiungeva un tassello come DeMarcus Cousins al proprio roster già sensazionale.
Eppure, sul tavolo della guardia da Marquette era arrivata un’offerta di estensione del contratto non indifferente da parte degli stessi Timberwolves: si parla di circa 110 milioni di dollari spalmati in quattro anni. Se, come sembra, Butler fosse orientato a rifiutare, si aprirebbero decine di possibili scenari. Attualmente l’ex-Bulls è sotto contratto per circa 20,4 milioni di dollari per quest’anno, mentre il suo 2019/20 è vincolato ad una player option da 19,8 milioni: scartandola, sostanzialmente Butler si ritroverebbe libero. Nell’identica situazione contrattuale si trova anche Kyrie Irving, e secondo una notizia lanciata dal Chicago Sun Times e riportata da numerose testate statunitensi come Bleacher Report, i due si starebbero accordando per liberarsi dai rispettivi vincoli e testare assieme la free agency, magari per trovare una squadra da poter portare in finale a Est. Difficile che l’operazione si compia a Boston (i Celtics dovrebbero smobilitare diversi elementi per liberare lo spazio necessario ad una doppia firma così pesante), ma le offerte sicuramente non mancheranno.
Lasciando da parte il futuro e pensando al presente, se tutte le indiscrezioni fossero confermate la palla passerebbe al front-office del Minnesota, chiamato ad una spinosa decisione: inserire il proprio giocatore più rappresentativo (forse secondo solo a Towns) in una trade per avere qualcosa in cambio ed iniziare un nuovo ciclo o tenerlo ancora un anno – anche se nella giungla della Western Conference si preannuncia una stagione durissima – per poi perderlo assolutamente gratis? Ne sapremo di più solo nella prossima puntata di questa incredibile telenovela che è l’estate NBA.