I Golden State Warriors resteranno a Cleveland per gara 4, ma lo faranno avanti per 3-0 sui Cavs dopo una clamorosa gara 3. Kevin Durant è il trascinatore assoluto per tutta la partita e lo dimostra anche il tabellino: 43 punti (15/23 dal campo), 13 rimbalzi e 7 assist. Il canestro che spezza le gambe agli avversari lo firma lui, ma è soltanto l'epilogo di una partita giocata a livelli celestiali. Dietro di lui Curry e Thompson combinano per 21 punti con 7/27 in due, ma il numero 30 si salva nel finale quando mette a segno un 5-0 di un'importanza incommensurabile. Dall'altra parte c'è il solito LeBron James che nel "silenzio" generale dipinge un'altra tripla doppia (33-10-11) e supera Jordan per numero di partite con 30 o più punti ai playoffs. Al suo fianco sono Love e Hood i più attivi: 20+13 rimbalzi per il primo e 15 con 7/11 dal campo per il secondo.
Come ci si poteva attendere, i Cavaliers iniziano a bombardare gli avversari già dai primi minuti per prendere un vantaggio. In particolare sono Smith e Love a riscattarsi concludendo sia vicino che lontano dal ferro. Golden State inizia con qualche difficoltà e qualche palla persa di troppo, che portano Cleveland sul +10. Dall'inizio del match Draymond Green e Tristan Thompson fanno trash talking, e gli arbitri prendono in mano la situazione con un doppio tecnico che porta il numero 23 dei Dubs al quinto fallo tecnico in questi playoff (a sette scatta la squalifica). Nel momento in cui la squadra di Lue rallenta, i Warriors puniscono con un Kevin Durant da 13 punti e 7 rimbalzi nel primo quarto che concede ai suoi il -1; LeBron James nel frattempo aspetta a caricarsi la squadra sulle spalle. Nel secondo periodo sono ancora i Cavs a sprintare nei primi minuti: Love è finalmente decisivo da tre e LeBron James inizia a macinare i suoi classici canestri. Entrambe le squadre sbagliano tanti lay-up e Kerr corre ai ripari cercando aiuto in un buon Jordan Bell, che chiude più di un alley-oop vicino a canestro. Minuti anche per Rodney Hood, il quale ripaga il coach per la scelta con un paio di canestri importanti; del resto fare peggio di Clarkson era difficile. Con Curry e Thompson in grande difficoltà nei tiri dal campo (e il 30 con problemi di falli), è ancora Durant ad evitare il tracollo degli ospiti che sembrava ad un passo: KD è perfetto dalla lunetta ma letale anche dall'arco dei tre punti e il primo tempo si conclude sul 52-58 con tante polemiche (giustificate talvolta) su alcuni fischi arbitrali.
Il terzo quarto è esattamente quello che era venuto a mancare nelle prime due partite: Golden State è un razzo nei primi minuti e si catapulta appena può nella fase d'attacco. Javale McGee diventa un fattore vero e proprio (anche in difesa) e con un 7-0 veloce sono gli ospiti a comandare. Il pubblico viene improvvisamente ammutolito ma ci pensa ancora James a ridare speranza ai suoi. Curry manca l'appuntamento decisivo e continua a sbagliare di tutto, con Cleveland che rimane in qualche modo aggrappata alla coda degli avversari, con due punti di distanza. I problemi della squadra di Kerr senza KD in campo si palesano prestissimo e il numero 35 non può rifiatare molto, ma ciò non gli impedisce di essere clamorosamente incisivo in attacco. Incredibilmente i Cavs devono affidarsi a Rodney Hood, il quale fa vedere discreti risultati giocandosi diversi possessi in uno contro uno. Lo stesso non si può dire di Kyle Korver, che fa il pari con gli errori di Curry, grazie a cui si arriva ad un finale punto a punto. Il numero 30 però manda i suoi in paradiso con un 5-0 firmato soltanto da lui (e dalla difesa) al quale risponde uno stremato LeBron James con una tripla quasi disperata. Golden State torna ad eseguire e con una schiacciata maestosa di Iguodala si rimette avanti e riconquista il pallone in seguito all'errore di Tristan Thompson. A questo punto arriva il "dagger" di Kevin Durant: tripla senza ritmo dalla stessa posizione dello scorso anno, forse ancora più indietro; i Cavaliers sprofondano e vengono espugnati ancora una volta dai campioni in carica.