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NBA Playoffs - Houston risorge come la fenice, le reazioni dei protagonisti

Sotto 2-1 nella serie, dopo il clamoroso -40 di gara 3, e sotto 12-0 in avvio di gara 4, i Rockets ritrovano solidità e fiducia in difesa, trasformando in attacco con Paul e Harden quanto costruito spalle a canestro. Adesso è 2-2, con i texani che hanno nuovamente il fattore campo dalla propria.

NBA Playoffs - Houston risorge come la fenice, le reazioni dei protagonisti
Foto Houston Twitter
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Di Andrea Bugno

"Credo che tutti abbiano visto come abbiamo risposto e reagito. Eravamo sotto 2-1 e sotto 12-0 ad inizio partita e siamo riusciti a rialzarci, a rispondere con grinta e carattere, non solo per la sconfitta di gara 3, ma anche per l'inizio di questa di stasera. Li abbiamo costretti a segnare soltanto 12 punti nell'ultimo quarto, insomma, le chiavi della partita sono tutte qui. Abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro". E' un raggiante - e ne ha ben donde - Mike D'Antoni quello che si presenta nella classica conferenza stampa post partita nel ventre della Oracle Arena dopo il successo dei suoi Houston Rockets in gara 4 delle Western Conference Finals. Serie che si pareggia nuovamente sul 2-2, con i texani che stavolta però riportano dalla propria il fattore campo. 

"Alla base di una vittoria come questa ci devono essere per forza tanti aspetti che devono legarsi. Devi avere per forza di cose giocatori fortissimi, che soprattutto credono l'uno nell'altro, altrimenti non puoi andare avanti. Abbiamo dimostrato di essere una grande squadra, di giocare come tale in tutti i momenti, quelli difficili come quelli migliori. Abbiamo dimostrato un grande, enorme carattere stasera".  Successivamente, l'attenzione dei protagonisti si sposta sulla difesa nell'ultimo possesso, decisiva per la vittoria finale: "Abbiamo fatto un grande lavoro a tutto campo, credo fosse Ariza che ha chiuso Klay nell'angolo. I ragazzi hanno reagito benissimo al loro movimento, difendendo duramente sulla palla e non solo. Siamo riusciti a forzarli ad un tiro in precarie condizioni, ed è uscita una buona difesa". 

Apporto fondamentale alla causa è stato quello, dalla panchina, di Gordon, autore di 35 minuti di sostanza e qualità: "Non ha messo soltanto un tiro decisivo, ha giocato in generale una grande partita. Eric è un giocatore davvero importante per noi, non solo per la sua capacità da oltre l'arco, ma anche quella di attaccare il ferro e chiudere con ferocia. Credo in lui come credo fermamente nel resto del gruppo, in quelle che sono le loro capacità e potenzialità. Correzioni rispetto a gara 3? E' una questione di sforzo mentale e fisico, in difesa come in attacco. Sapevamo che non sarebbe stato facile, e bisogna dare credito alla partita giocata dai Warriors, ma il nostro approccio è stato soft, diverso da quello di stasera". 

Parola anche a Chris Paul e James Harden, con l'ex playmaker dei Clippers che ha spostato l'attenzione dal suo stato fisico per parlare di quello che ha bisogno la squadra per arrivare alla vittoria: "Non è importante come stia io, ma ciò che importa è che la squadra sia stata in grado di produrre uno sforzo necessario per portare a casa la vittoria, per difendere negli uno contro uno e fare le giocate giuste in attacco". Diverso invece il discorso che l'ex guardia dei Thunder ha fatto nel suo intervento: "La vittoria di stasera dimostra la mentalità che la squadra è riuscita a costruire. Gara 3 è stata una sconfitta come tutte le altre, stasera abbiamo dimostrato di saper riuscire ad andare oltre le sconfitte e riscattarci di squadra. Sapevamo che in casa avrebbero provato a correre tanto, e che dovevamo fare una gara di battaglia e ci siamo riusciti. Abbiamo preso buoni tiri e difeso alla grande, questo è quel che contava per vincere e ci siamo riusciti".